Il Mar Rosso potrà essere pericoloso per le portacontainer anche nel 2025. È quanto emerge da un annuncio di Maersk ai clienti del 9 ottobre 2024, secondo cui il consorzio per il trasporto marittimo di container Gemini Cooperation, formato dalla compagnia danese e dalla tedesca Hapag-Lloyd, quando inizierà le operazioni a febbraio 2025 seguirà la rotta di Buona Speranza. La nota spiega che le due compagnie hanno preso tale decisione a causa delle “continue preoccupazioni per la sicurezza” lungo la rotta del Mar Rosso e del Canale di Suez. Maersk e Hapag-Lloyd torneranno su questa rotta “quando sarà sicuro farlo".
L'intensificarsi della guerra in Medio Oriente non ha solo praticamente chiuso il Mar Rosso alle portacontainer, ma ora sta portando l’attenzione sullo Stretto di Hormuz, che è la porta del Golfo Persico, dove transita circa il trenta percento del petrolio mondiale (ma vi transita anche il gas naturale). Nel suo puntò più stretto misura 21 chilometri e quindi le petroliere sono sotto il tiro di missili e droni iraniani. Negli anni scorsi, l’Iran ha già minacciato, e talvolta ostacolato, il traffico marittimo e ora si teme che possa farlo in caso di attacco da parte d’Israele.
Nel marzo 2024 i pasdaran iraniani hanno sequestrato una petroliera ritenuta collegata a Israele e a maggio l’equipaggio è stato liberato, ma la nave è ancora in mani iraniane. Sempre a maggio gli iraniani hanno catturato altre due petroliere greche, poi liberate. Ancora prima, durante il conflitto tra Iran e Iraq (1980-1988) i due Stati hanno avviato la cosiddetta “guerra delle petroliere”, in cui le parti hanno attaccato 451 navi, con esiti diversi.
Una chiusura totale dello Stretto di Hormuz pare comunque improbabile, sia perché vi transitano le stesse petroliere iraniane, sia perché nell’area operano navi militari degli Stati Uniti e dei loro alleati. E la flotta iraniana non è certo in grado di contrastare questa forza militare. L’Iran può comunque porre ostacoli con azioni mirate che, nel clima attuale, potrebbe comunque causare un aumento del prezzo del greggio.