Elio Luigi Pagano ha cominciato a scaricare le navi al porto di Genova quando i container erano usati solo in America e i camalli portavano in spalla sacchi e casse. E in quei sacchi potevano esserci anche sostanze pericolose, all'insaputa dei lavoratori. Tra cui l'insidioso amianto, che per lungo tempo è stato ritenuto innocuo, prima di scoprire che può causare, parecchi anni dopo l'esposizione, una letale forma di tumore, denominata mesotelioma. E Pagano di sacchi di amianto ne ha scaricati tanti nel suo lavoro di camallo della Compagnia Unica, che ha svolto dal 1956 al 1983. E inesorabile, il mesotelioma lo ha colpito, causandone la morte nel 2008.
I suoi familiari hanno intentato una causa contro l'Autorità Portuale, che ha ereditato attività e oneri del Consorzio Autonomo del Porto, ritenendola responsabile della malattia di Pagano, per non avere attuato forme di prevenzione contro i rischi dell'amianto. Una tesi che è stata accettata dal Tribunale di Genova, che ha condannato l'Autorità Portuale a risarcire i familiari con un milione di euro. È una sentenza importante, perché questo non è l'unico caso di mesotelioma registrato tra i camalli genovesi. Secondo i sindacati, la più recente rilevazione del registro dei mesoteliomi riporta 76 casi tra i lavoratori della Compagnia Unica. Finora una decina di casi sono stati portati davanti ai giudici e il numero potrebbe aumentare, portando un nuovo serio problema all'Autorità Portuale.
Ma la questione potrebbe ampliarsi ad altri porti e perfino all'intero comparto del trasporto. Nel quarto rapporto del Registro Nazionale dei Mesoteliomi, il settore del trasporto è purtroppo ben rappresentato. Finora, sul totale dei casi finora rilevati, il 3,9% è nei trasporti terrestri, il 2,2% in quelli marittimi e l'1,7% nella movimentazione delle merci nei porti. Nei trasporti terrestri, spiccano i conducenti di camion (con 88 casi accertati), seguiti dai riparatori di autoveicoli e dai conduttori di locomotive (entrambi con 44 casi). Nella movimentazione delle merci nei trasporti marittimi, 96 casi sono stati rilevati tra i facchini e 61 nel personale ausiliario di magazzino.
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