Nonostante il crescente impegno militare degli Stati Uniti e dell’Europa, non appaiono ancora spiragli nella crisi del Mar Rosso: gli Houthi continuano a minacciare i cargo che navigano davanti alle loro coste e le compagnie quindi continuano a evitare il Canale di Suez, imponendo alle loro portacontainer la circumnavigazione dell’Africa. Un percorso che allunga i tempi e aumenta i costi, quindi gli spedizionieri internazionali stanno cercando alternative. Ti Insight ha svolto un sondaggio per individuare dove si stanno indirizzando i principali operatori.
Quasi due terzi degli spedizionieri che hanno partecipato all'indagine hanno dichiarato di aver deviato una parte delle loro spedizioni lontano dai servizi di trasporto marittimo. Tra le varie possibilità di cambio modale disponibili, il passaggio dal mare all'aria è stata la scelta più comune (17,2%). Tuttavia, la virata verso soluzioni multimodali (combinazioni aereo-mare e mare-terra) è stata altrettanto significativa, raggiungendo quasi il 20%. Ciò è dovuto ai vantaggi in termini di costi derivanti dal trasporto combinato rispetto a un completo passaggio al trasporto aereo.
Il trasporto aereo resta la scelta ovvia per spedizioni urgenti e ciò, unito al Capodanno Cinese, sta facendo aumentare i noli aerei per la prima volta in mesi. Nel trasporto combinato mare-aereo, la rotta Asia-Dubai-Europa è quella maggiormente seguita e su questa Xeneta ha rilevato una crescita a doppia cifra delle tariffe a gennaio 2024. Ma gli spedizionieri stanno sperimentando anche la direttrice che tocca Los Angeles nei trasporti tra Cina ed Europa.
Sta aumentando anche il trasporto ferroviario, sia da solo, sia in combinazione col mare. Per esempio, Rail Bridge Cargo ha dichiarato all’emittente Cnbc che che le prenotazioni per la rotta ferroviaria Cina-Europa sono aumentate del 37% dall'inizio della crisi. La ricerca delle alternative al tutto mare aumenterà se la crisi dovesse protrarsi per mesi invece che per settimane.