I protagonisti della vicenda che ha portato al sequestro delle quattro gru, impedendo così lo sbarco di container da una nave, sono tre. Il primo è il Roma Terminal Container, che fino al dicembre 2017 aveva la concessione (non rinnovata) del terminal contenitori del porto laziale. Il secondo è Gestione Terminal Civitavecchia, impresa di movimentazione portuale formata da gruisti e manutentori, proprietaria dei mezzi sequestrati. Il terzo protagonista è il Civitavecchia Forest Fruit Terminal, che gestisce il terminal della frutta e che usa la CGT per portare i container dalle navi al proprio impianto.
Il contenzioso è stato avviato da Roma Terminal Container, che ritiene illecito l'uso delle gru della Gestione Terminal Civitavecchia per muovere i container destinati al Civitavecchia Forest Fruit Terminal, perché quest'ultimo dovrebbe farlo con mezzi propri. Da qua il sequestro giudiziario delle quattro gru per "occupazione di suolo demaniale", eseguito dalla Guardia Costiera la mattina del 14 febbraio.
Gestione Terminal Civitavecchia ha presentato richiesta di dissequestro e in una nota ha dichiarato che "oggi svariate aziende rimangono ferme al palo per un motivo, a nostro parere, assurdo. Non ci rimane che lanciare l'ennesimo grido di allarme in un porto sempre più allo sbando, con un'amministrazione portuale che sembra sempre più distante dalle problematiche portuali e occupazionali".
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