La città portuale ucraina di Mariupol, che si affaccia sul Mare d’Azov, è tutti i giorni in prima pagina a causa dell’assedio dell’esercito russo, ma le conseguenze della guerra stanno coinvolgendo anche il Mar Nero, la cui parte settentrionale bagna le coste dell'Ucraina, comprese quelle dell’importante porto di Odessa. Oltre i rischi dell’affondamento dei mercantili per missili o mine (ne sono stati colpiti almeno cinque dall’inizio del conflitto), ci sono quelli del sequestro della nave da parte di uno dei belligeranti. Tutto ciò spinge le compagnie assicurative ad aumentare i premi per chi intende navigare in quelle acque.
Le società assicuratrici stanno portando il livello del premio fino al dieci percento di quello del valore della nave da assicurare e ciò significa che in molti casi tale costo supera quello del noleggio del mercantile. Le compagnie marittime che ancora servono il Mar Nero stanno quindi aumentando i noli, elemento che si ripercuote sul prezzo finale delle merci. Secondo una rilevazione dell’agenzia Bloomberg, prima del conflitto il noleggio di una petroliera per trasportare in Italia un milione di barili di petrolio dal porto russo di Novorossiysk costava circa 700mila dollari, cifra cresciuta oggi a 3,5 milioni di euro.
A proposito di mine, cresce la preoccupazione di quelle vaganti, ossia quelle che hanno rotto gli ancoraggi e che le correnti possono trasportare verso occidente. La marina turca ne ha già intercettate e fatte esplodere almeno tre vicino all’imbocco del canale del Bosforo, che collega il Mar Nero con il Mare di Marmara. Si teme che qualcuna riesca a sfuggire e a raggiungere il Mediterraneo, interessato da un intenso traffico di navi. Ucraina e Russia si accusano a vicenda ed è difficile scoprire chi ha posto le mine, perché alcune sono vecchi modelli sovietici usati da entrambi i Paesi per proteggere le loro acque nel Mar Nero.
Ma anche senza arrivare nel Mediterraneo, la sola presenza di mine nel Bosforo potrebbe causarne la chiusura per un certo periodo di tempo, con danni enormi per il commercio. Ciò non riguarda solo la Russia, ma tutti i Paesi che si affacciano sul Mar Nero: numerosi porti turchi e tutti quelli che garantiscono l’accesso al mare di Bulgaria, Romania, Moldavia, Ucraina e Georgia.