Dopo la completa conquista della città ucraina di Mariupol, affacciata sul Mare di Azov, le Autorità russe hanno dichiarato di riaprire il porto alla navigazione delle navi straniere, permettendo un corridoio di navigazione verso il Mar Nero privo di mine largo due miglia e lungo 115 miglia. Sempre le Autorità russe hanno dichiarato di avere liberato un milione e mezzo di metri quadrati di area portuale e diciotto banchine in cui sono attraccate trentadue navi. Tra queste ci sono cargo carichi di grano e di prodotti metallurgici. Il 27 maggio VasselFinder non mostra ancora alcuna nave in navigazione al largo del porto e neppure nel bacino del Mare di Azov, che ora è completamente controllato dei russi.
Uno dei mercantili che potrà lasciare Mariupol appartiene alla compagnia italiana Vulcania, controllata da Augusto Cosulich: è la Tzarevna. L’armatore ha dichiarato che entro una decina di giorni la nave potrebbe prendere il mare, per portare 14mila tonnellate di bremme al laminatoio di San Giorgio di Nogaro tramite il porto di Monfalcone. Cosulich ha anche dichiarato che l’equipaggio è indenne e ha vissuto l’assedio a bordo con una sufficiente scorta di viveri e acqua, che gli ha permesso anche di ospitare marittimi di altre navi bloccate. Secondo il responsabile del centro di controllo della Difesa russa, Mikhail Mizintsev, sarebbero bloccate nei porti di Cherson, Mykolaiv, Chornomorsk, Ochakiv, Odessa e Yuzhne una settantina di navi di 16 Paesi.