Il conglomerato sud-coreano cerca di affrontare la crisi della controllata Hanjin Shipping, che ha oltre metà della flotta di portacontainer ancorata davanti a diversi porti del mondo, che impediscono alle navi di approdare e svolgere le operazioni di carico e scarico. Una situazione che sta creando ritardi e incertezze all'intera catena logistica e che può scatenare anche cause legali. Un primo intervento consiste nello stanziamento di un fondo di 90,46 milioni di dollari per pagare tasse e servizi portuali necessari per sbloccare le navi. Il 60% della somma viene direttamente da Hanjin Group, il resto da fondi privati.
Il 5 settembre la compagnia ha dichiarato di avere 66 portacontainer sequestrate o ancorate davanti ai porti. Le navi sotto sequestro sono tre, una a Singapore e due in Cina. Secondo il ministro che segue il trasporto marittimo in Corea del Sud, la compagnia ha bisogno di 600 miliardi di won (pari a circa 540 milioni di dollari) per pagare le spese correnti di carburante e porti. Si sta mobilitando anche Korean Air Lines, che potrebbe trasportare una parte delle spedizioni.
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