L’11 gennaio 2024 Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno colpito oltre una sessantina di obiettivi degli Houthi nello Yemen, con l’obiettivo d’interrompere gli attacchi con missili e droni verso le navi che passano davanti alle coste yemenite per raggiungere il Canale di Suez. Ma secondo gli analisti di Xeneta, questa azione non dovrebbe risolvere il problema nel breve termine, anzi sta aumentando la tensione in tutta la regione. Peter Sand, analista capo di Xeneta, spiega che “non c’è mai una linea retta verso una risoluzione e forse gli attacchi missilistici nello Yemen da parte di Stati Uniti e Regno Unito sono l’inizio della fase finale di questa crisi, ma, a breve termine, le cose peggioreranno prima di migliorare per le catene di approvvigionamento del trasporto marittimo”.
E una prima risposta degli Houthi sembra confermare questa visione. Il 12 gennaio, infatti, gli yemeniti hanno dichiarato che non interromperanno gli attacchi, anzi ne attueranno di nuovi. E per dimostrarlo, hanno lanciato un missile contro una nave, che però è caduto in mare senza fare danni.
Secondo Xeneta, “le tariffe di trasporto marittimo dall’Estremo Oriente al Mediterraneo e al Nord Europa sono destinate ad aumentare del 200% da metà dicembre nei prossimi sette giorni”. Sand aggiunge che più a lungo durerà questa crisi, maggiori saranno i disagi che causerà al trasporto marittimo di merci in tutto il mondo e i costi continueranno ad aumentare. Ciò significa che le merci subiscono ritardi o non arrivano affatto e che i prezzi aumentano per il consumatore finale”. E conclude: “ci vogliono mesi e non settimane o giorni prima che questa crisi raggiunga una qualsiasi soluzione".
Intanto la crisi del Mar Rosso sta già causando problemi alla produzione industriale europea. Il 12 gennaio, Tesla ha annunciato che sospenderà la produzione delle sue autovetture elettriche in Germania per mancanza di alcuni componenti provenienti dall’Asia. La società spiega che “il notevole allungamento dei tempi di trasporto crea un divario nelle catene di approvvigionamento”. La produzione sarà sospesa tra il 29 gennaio e l’11 febbraio.