Per l'Italia la concorrenza portuale nel contesto europeo non si gioca sui traffici di container, bensì di rotabili. Questa è una delle considerazioni più rilevanti contenute nella ricerca elaborata da Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti) che Andrea Appetecchia avrebbe dovuto presentare all'ultimo convegno di Ancip, se il suo intervento non fosse stato limitato dall'allungamento dei tempi dei relatori precedenti.
L'analisi della domanda di servizi portuali sembra sgombrare il campo dalla tanto discussa competizione continentale (soprattutto con gli scali del Nord Europa), perché negli ultimi dieci anni l'andamento delle movimentazioni portuali ha replicato fedelmente l'andamento dell'import/export del nostro Paese. Anche nell'ipotesi di ribilanciamento tra costa settentrionale e meridionale del continente europeo, con ottimizzazione della rete dei trasporti terrestri, la competizione con il Nord Europa potrebbe portare all'Italia spostamenti di traffici di container molto contenuti (nell'ordine del 3%).
A conferma di questo dato, la ricerca evidenzia come i flussi delle merci trasportate in container attraverso i nostri porti abbiano come destinazione finale le aree circostanti i porti stessi (l'80% a Genova, il 67% a La Spezia, il 68% ad Ancona e il 65% a Napoli). Per quanto riguarda il caso specifico di La Spezia, la percorrenza media terrestre in importazione è di 156 chilometri mentre in export è di 197 chilometri.
Isfort mette inoltre in evidenza che il traffico ro-ro è nettamente superiore a quello container, perché, escludendo dal computo totale il transhipment che rappresenta solo attività di trasbordo nave-nave, le tonnellate di merce trasportate su rotabili via nave superano del 30% quelle trasportate in container. Ciò nonostante, gli investimenti programmati dalle principali Autorità Portuali italiane riguardano per più dell'80% la gestione del traffico contenitori.
A livello nazionale, il traffico ro-ro vale circa 75,5 milioni di tonnellate, di cui 48,8 milioni trasportati attraverso rotte di cabotaggio, 13,6 milioni tra i porti del Tirreno, il Maghreb e il Mediterraneo occidentale, e 13,3 milioni fra i porti dell'Adriatico e l'Est mediterraneo (Grecia, Turchia, Balcani e altri).
Gli scali italiani riescono a svolgere un ruolo di porti gateway verso il Centro-Nord Europa proprio con i traffici ro-ro perché, come dimostra il caso concreto riportato da Isfort prendendo in esame la linea fra Patrasso e Ancona, il 68% del traffico supera le Alpi. Lo stesso vale per il percorso inverso: dei 103.992 veicoli industriali e 10.460 semirimorchi imbarcati nel 2013 nel porto di Ancona con destinazione Patrasso o Igoumenitsa, il 71% aveva origine dall'Europa centrale e occidentale.
Nicola Capuzzo
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