Il porto di Venezia rischia di affondare a causa di uno scontro che vede su un fronte l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale e sull’altro il Comune di Venezia e la Regione Veneto. Il culmine della crisi è giunto il 30 giugno 2020, quando per la terza volta non è stato possibile approvare il bilancio dell’Autorità perché l’assenza dei rappresentanti del Comune e della Regione ha fatto mancare il numero legale nel Comitato portuale. In tale contesto, il ministero dei Trasporti può commissariare l’Asp. Lo scontro non nasce dal bilancio in sé, che mostra un attivo di 25 milioni, quanto la revisione del Piano Economico Finanziario alla base dell’accordo siglato fra l'Ente e il concessionario Venice.Ro.Port.Mos.
La vicenda è sorta il 27 luglio 2018 con la firma dell’accordo preliminare tra l’Autorità portuale e la società Ve.Ro.Port.Mos, ossia quella che gestisce il terminal traghetti di Fusina. L’intesa prevede il finanziamento alla società di nove milioni di euro allungando anche la sua concessione di dieci anni, con la possibilità di modificare i termini di sviluppo rispetto alla concessione iniziale. Un accordo che non è piaciuto ai due enti locali, che ora hanno presentato il conto. Per giustificare il loro ostruzionismo, Comune e Regione affermano che il presidente dell’Autorità, Pino Musolino, non ha informato in modo completo e trasparente gli enti sulle attività relative all’accordo. l’Autorità replica mostrando la documentazione, che “è stata fornita in più occasioni”, mostrando le relative comunicazioni istituzionali.
Questo scontro (che ha anche risvolti politici, perché Regione e Comune sono governati dal centro-destra, mentre Musolino è stato nominato nel 2017, quando il ministro dei Trasporti era Graziano Delrio, del PD) paralizza lo sviluppo del porto. La mancata approvazione del bilancio entro il 30 giugno comporta una limitazione nell’erogazione dei fondi e la possibilità di un commissariamento. Gli operatori portuali hanno espresso la loro preoccupazione con una nota diffusa il 30 giugno da Venezia Port Community, che minaccia “azioni di tutela contro chi è responsabile del degrado del porto”. La nota spiega che “con l’ombra sempre più fitta di un commissariamento dell’Autorità di Sistema Portuale, a causa della reiterata bocciatura del bilancio, il porto di Venezia rischia oggi di fare rotta verso il nulla”.
La Port Community denuncia “otto anni di scontri e dibattiti sterili sulle grandi navi passeggeri, anni di ritardo nella manutenzione regolare dei canali indispensabile per consentire l’ingresso di navi che rischiano invece di incagliarsi, lo stallo sul fronte delle concessioni portuali che ha generato e genera incertezza e problemi per le imprese terminalistiche, un piano morfologico della laguna sempre in lista di attesa e senza il quale non è possibile prevedere i siti dove scaricare i fanghi dei fondali”. L’associazione si dichiara anche contraria a “gestioni emergenziali che cristallizzino una volta di più i problemi”.