Qualcuno la ha chiamata la seconda inaugurazione della nuova diga di Genova (e sicuramente non sarà l’ultima). La precedente è avvenuta nel 2023 con la prima gittata in mare degli inerti necessari per consolidare un fondale fangoso. La seconda cerimonia è avvenuta il 24 maggio 2024 nella sede dell’Autorità portuale, alla presenza del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. L’evento avrebbe dovuto essere l’affondamento del primo cassone della diga, che è il più piccolo (base 40x25 metri e altezza di quasi 22 metri) dei quasi cento previsti. Il manufatto avrebbe dovuto posarsi a venticinque metri di profondità (mentre altri cassoni raggiungeranno i cinquanta metri).
Usiamo il condizionale, perché il cassone è effettivamente arrivato nel punto di posa, trainato dal rimorchiatore Gianemilio C di Oromare, però poi è tornato al punto di partenza. La colpa sarebbe delle condizioni meteorologiche e marittime poco adatte a un’operazione delicata, che richiede diciotto ore per l’affondamento totale. Probabilmente si riproverà il giorno successivo, meteo permettendo. I gufi (come il ministro dei Trasporti definisce chi si oppone ai suoi progetti) forse sghignazzano anche se, prima o poi, Webuild riuscirà a posare i cassoni. Comunque se basta un po’ di mare mosso per rinviare la posa di un cassone è lecito chiedersi quando effettivamente saranno tutti posti sul fondo. Soprattutto quando bisognerà posare quelli più grandi a una profondità doppia.