È grave che il ministero italiano dei Trasporti non partecipa agli organismi che decidono come saranno assegnate le risorse derivanti dal sistema Ets. Lo affermano in una nota le associazioni del trasporto marittimo Alis, Ancip, Angopi, Assarmatori, Assiterminal, Assocostieri, Assoporti, Assorimorchiatori, Confitarma, Fedepiloti, Federagenti, Federimorchiatori e Uniport. Le sigle segnalano che la bozza del Decreto legislativo che recepirà in Italia la Direttiva europea sull'inclusione del trasporto marittimo nel sistema di scambio di quote di emissioni Ets non sottolinea l’importanza di mantenere al ministero dei Trasporti le prerogative nella definizione delle politiche marittime.
Le associazioni precisano che il ministero dei Trasporti è stato escluso dalle audizioni parlamentari presso la Camera dei Deputati, dove si decide la ripartizione degli introiti derivanti dall'Ets. È anche preoccupante, secondo le sigle, la mancata previsione di fondi per il ministero dei Trasporti, lasciando la competenza della ripartizione esclusivamente ai ministeri dell'Ambiente e delle Imprese.
Nella nota si legge che “come è noto nel settore marittimo, il regime Ets dovrebbe essere destinato a sostenere la decarbonizzazione attraverso gli interventi di supporto al consumo di carburanti alternativi, il sostegno al Sea Modal Shift e il rinnovo delle flotte e degli impianti portuali. La prima area di intervento appare ricadere nelle competenze del ministero dell’Ambiente che possiede tutte le necessarie conoscenze tecniche. Al contrario, le restanti azioni previste dalla norma europea soggiacciono, senza dubbio, alla definizione di idonee politiche marittime nella filiera del trasporto, attribuite al ministero dei Trasporti che si avvale di indubbie competenze maturate anche nel costante dialogo con tutti gli stakeholders. L'assenza di un attore consapevole delle dinamiche di questo delicato settore e la mancanza di fondi dedicati a sua disposizione rischia di ridurre significativamente l'efficienza delle azioni attese dal mercato e dalla società”.
In tale situazione, le associazioni “auspicano che i componenti delle Commissioni permanenti 8ª, 4ª e 5ª del Senato e VIII, XIV e V della Camera dei deputati, chiamate a fornire al Consiglio dei ministri entro il prossimo 30 luglio il loro autorevole parere sulla bozza di decreto legislativo, possano evidenziare al governo la necessità di emendare il testo di tale bozza onde garantire gli strumenti necessari per far sì che vi sia una adeguata corrispondenza fra quanto generato in termini finanziari dal trasporto marittimo e quanto effettivamente messo a disposizione, nel medesimo settore, in termini di risorse necessarie per sostenere le misure previste dall'Unione. Al netto del rischio di fallimento delle politiche di riduzione delle emissioni, ne va della competitività del più grande mercato europeo di Autostrade del Mare, collegamenti con le isole e servizi di crociera”.