L’istituzione del Tavolo del Mare – annunciato con l’accordo tra il ministero Mims (ex Trasporti) e i sindacati - sembrava avere aperto una nuova stagione nel rapporto tra politica ed trasporto marittimo, che però la Legge di Bilancio 2022 pare chiudere. Almeno, è quanto traspare da un comunicato diffuso il 23 dicembre 2021 dal cluster portuale - che raccoglie Assoporti, Assiterminal, Assologistica, Fise-Uniport, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – che esprime “profonda delusione” per i provvedimenti, o meglio per la mancanza di provvedimenti attesi, del testo che sta emergendo dall’iter di approvazione parlamentare.
La nota ritiene “incomprensibile” la mancata proroga dei sostegni ai lavoratori portuali delle imprese articoli 17 e 16 della legge 84/94 e del supporto economico al fondo (che userebbe risorse provenienti dal settore) per il prepensionamento dei lavoratori portuali inabili al lavoro. Un provvedimento che consentirebbe anche un ricambio generazionale e quindi prospettive per i giovani. Le sigle sono anche deluse della mancata integrazione del fondo amianto a favore delle famiglie delle vittime da patologie asbesto-correlate.
“È evidente che anche queste circostanze pongono un accento di ulteriore pregiudizio alla questione più generale di tenuta del principio normativo dell’autonomia finanziaria delle Asp e del settore nel suo insieme: tutti elementi che pongono le parti stipulanti il Ccnl porti di fronte a forte preoccupazione, poiché tutto ciò significa che la politica non percepisce la strategicità del settore della portualità”, commenta il cluster. Se la politica e il Governo non interverranno per colmare queste mancanze, “le iniziative che potranno essere intraprese, a fronte dell’assenza di risposte, vedranno il cluster coeso nella coerenza di un percorso di dialogo e confronto che almeno tra noi è ormai consolidato nel merito delle problematiche e delle istanze risolutive al fine della tenuta e dello sviluppo del settore”, conclude la nota.