Sarà un’estate caotica, quella del 2022, per il trasporto marittimo di container. O almeno, è quello che prevede una ricerca svolta dalla società tedesca Container xChange, intitolata "xChange Industry Pulse Survey" e svolta tra gli operatori del settore (spedizionieri, caricatori e imprese di commercio). Il 51% degli intervistati prevede una situazione peggiore rispetto allo stesso periodo del 2021, in termini di ritardi o intasamenti. Solo il 26% ritiene che quest’anno sarà migliore, mentre il 22% prevede che la situazione sarà identica. Nonostante questa visione pessimistica, il 62,1% dichiara di affidarsi ancora al mercato spot (che è quello con tariffe più alte e maggiori rischi di ritardi nell’imbarco) o comunque di non avere attuato azioni che garantiscano l’arrivo delle spedizioni ai clienti.
Sulle cause di questo “caos”, il 58% degli intervistati le addebita ai confinamenti attuati in Cina per la Covid-19, che rendono difficile produrre e spedire le quantità di prodotto pianificate e aumentando così gli arretrati nel carico delle stive delle portacontainer dirette in Europa e negli Stati Uniti. "Ci risulta difficile prevedere dove spedire i nostri container e se riusciremo a trarne profitto, dato che le compagnie di navigazione chiedono tariffe più elevate per i container Soc", ha affermato Amanda Mallia, responsabile vendite e acquisti di Oceanbox Containers.
Resta anche il problema del reperimento di container vuoti, sempre a causa dei confinamenti cinesi, cui si aggiunge la riduzione della loro richiesta nell’alta stagione estiva, a causa dello spostamento della spesa sui servizi per le vacanze piuttosto che sui prodotti di consumo. Gli operatori dichiarano quindi di essere restii a trasferire i container vuoti in Cina.
La ricerca approfondisce anche il cambiamento di strategia portato dalla pandemia. Per quanto riguarda il trasporto marittimo, il 56% degli intervistati ha ampliato la platea di fornitori, il 38% ha stipulato contratti a lungo termine e il 25% ha attuato una strategia con più gare. Un’ampia percentuale della platea (37,5%) ha anticipato le spedizioni nel 2022 per assicurare che i suoi clienti abbiano scorte sufficienti. C’è poi chi ha usato rotte alternative (25%) o ha stipulato accordi di slot a lungo termine con i vettori (18,8%).
Comunque, le previsioni anche a breve termine restano difficili: "Prevedere esattamente cosa accadrà nell'alta stagione di quest'anno è più difficile del solito, perché ci sono così tanti segnali contraddittori e intangibili", spiega Christian Roeloffs, co-fondatore e Ceo di Container xChange. "In termini di offerta di merci, abbiamo visto che i confinamenti causati dalla Covid-19 in Cina hanno influito sulla disponibilità di merci da esportare verso i mercati chiave in Europa e Nord America. Ci si chiede se la Cina intenda sacrificare la sua politica di zero Covid-19 per rimettere in moto il commercio e l'economia".
Se ciò avverrà, prosegue Roeloffs, “è probabile che assisteremo a un'impennata sostanziale delle esportazioni arretrate. Se le regole di confinamento saranno presto allentate e i camionisti potranno tornare a lavorare, questi arretrati arriveranno in concomitanza con gli ordini della stagione di punta, il che potrebbe causare un blocco della catena di approvvigionamento nei porti europei e statunitensi, dove la congestione è già molto diffusa". Però è difficile che il Governo cinese comprometta la sua rigida politica sanitaria per favorire il commercio, egli precisa.
Sul versante della domanda, Container xChange ritiene che molteplici fattori – tra cui le previsioni sul Pil, l’inflazione e la fiducia dei consumatori – suggeriscono che stiamo entrando in una fase di deflazione. “Ciò potrebbe contribuire a compensare un'improvvisa ondata di merci provenienti dalla Cina, soprattutto se ci sono segnali che indicano che i consumatori stanno spendendo di più per i servizi anziché per i prodotti”, spiega la società.
Ma la situazione cinese non è l’unico fattore che condiziona il prossimo futuro del trasporto marittimo dei container. Gli intervistati aggiungono altri punti critici: la disponibilità di container, i depositi pieni, l'inflazione, la crisi tra Russia e Ucraina e l'aumento dei prezzi.