Il 6 marzo 2018 un violento incendio scoppiò sulla portacontainer Maersk Honam mentre navigava nel Mare Arabico, con la prua diretta verso il Canale di Suez. Ci volle una settimana prima di domare le fiamme, che causarono la morte di cinque membri dell’equipaggio. Poi la nave venne rimorchiata nel porto di Jebel Ali, tagliata e i pezzi trasportati in un cantiere della Corea del Sud, dove servirono per costruire la portacontainer che oggi viaggia col nome di Maersk Halifax. A ottobre 2020, il Transport Safety Investigation Bureau di Singapore ha diffuso il rapporto di 98 pagine sull’incidente.
Il passo più importante è quello dove identifica la fonte più probabile delle fiamme: un blocco di 54 container con carico di classe IMO 9, situato nella stiva numero tre, a prua della nave. A causa della distruzione casata dall’incendio, gli investigatori non hanno potuto determinare in modo preciso e sicuro la causa dell’incendio, ma avanzano l’ipotesi che sia dovuta alla decomposizione di qualche sostanza che ha causato un elevato calore, innescando le fiamme.
A un’analoga conclusione era giunta l’indagine interna della compagnia danese, che dopo l’incendio ha adottato nuove misure per prevenire gli incendi e chiede di modificare le regole sul trasporto delle merci pericolose su container. Lo stesso rapporto dell’ente di Singapore presenta delle raccomandazioni. A tale proposito, Maersk scrive in una nota che “studieremo ulteriormente il rapporto per capire come usare al meglio tali raccomandazioni”.
Palle Laursen, Chief Technical Officer di A.P. Moller-Maersk ha dichiarato: “Questo è stato uno degli incidenti più gravi nella storia dell'A.P. Moller-Maersk e siamo sconvolti dal fatto che cinque colleghi abbiano perso la vita e cinque famiglie abbiano perso i loro cari. L'entità e l'intensità di questo incendio ha reso impossibile il contenimento di qualsiasi equipaggio, rendendo fondamentale che questo comparto prenda provvedimenti per affrontare la causa alla radice e garantire che i marittimi non si trovino mai in una situazione simile. Ci auguriamo che questa indagine avvii un approccio più olistico, a livello industriale, che affronti le preoccupazioni relative alle merci pericolose in container lungo l'intera supply chain, a partire dal livello di produzione e fino a quando il container non sia stato consegnato a destinazione in modo sicuro”.