La società d’analisi Xeneta ha svolto una ricerca sulle prospettive dei contratti a lungo termine per il trasporto marittimo dei container nel 2025, da cui emerge che l’incertezza e l’instabilità proseguiranno anche in quest’anno. La prospettiva di una tregua in Medio Oriente ha alimentato le speranze di un ritorno su larga scala delle portacontainer nel Mar Rosso. Un simile scenario potrebbe determinare un crollo delle tariffe di trasporto, a causa dell'aumento della capacità di mercato derivante dalla ripresa del transito attraverso il Canale di Suez e dalle consegne record di nuove navi.
Tuttavia, la maggior parte dei cargo continua a navigare attorno al Capo di Buona Speranza e non vi è alcuna certezza che la situazione cambierà nel 2025. Con le tariffe spot medie ancora in rialzo del 142% dalla regione dell'Estremo Oriente alla costa orientale degli Stati Uniti, del 100% verso l'Europa settentrionale e del 135% verso il Mediterraneo, il dilemma per armatori e caricatori resta complesso nel determinare il prezzo "giusto" per i contratti a lungo termine.
Analizzando i contratti a lungo termine in vigore dal 1° gennaio 2025 rispetto a quelli entrati in validità un anno prima, Xeneta osserva un incremento delle tariffe in sette delle nove principali rotte globali tenute sotto osservazione. Concentrandosi sui trasporti dall'Estremo Oriente all'Europa e agli Stati Uniti, emerge che le tariffe a lungo termine verso l'Europa settentrionale sono aumentate del 57% rispetto all'anno precedente. Per quanto riguarda i collegamenti verso la costa orientale e occidentale degli Stati Uniti, gli aumenti sono rispettivamente del 44% e del 64%. Gli analisti notano però che queste tariffe restano significativamente inferiori rispetto alle attuali tariffe spot medie.
Xeneta aggiunge che se da un lato l'aumento delle tariffe a lungo termine rispetto al 2024 rappresenta un compromesso tra armatori e caricatori, dall'altro l'analisi più approfondita dei dati rivela dinamiche di negoziazione più complesse. Gli armatori, preoccupati dal rischio di un crollo delle tariffe in caso di un ritorno diffuso al Mar Rosso, cercano di siglare accordi di lunga durata per ridurre l'incertezza e proteggere la loro quota di mercato. Al contrario, i caricatori temono di vincolarsi a tariffe elevate e preferiscono mantenere la flessibilità per approfittare di eventuali riduzioni future.
Uno degli aspetti più interessanti dell’analisi riguarda le differenze nelle tariffe in base alla durata dei contratti. Per i trasporti dall'Estremo Oriente all'Europa settentrionale, gli armatori hanno concesso sconti fino al 28% per contratti di durata superiore ai sei mesi. Per la costa orientale e occidentale degli Stati Uniti, gli sconti sono stati rispettivamente del 13% e del 2%. Va sottolineato che, nel mercato statunitense, la stagione delle offerte non è ancora pienamente avviata e questi dati potrebbero variare. Questa dinamica evidenzia il delicato equilibrio tra chi vende e chi acquista il trasporto marittimo: gli armatori incentivano contratti più lunghi per stabilizzare i ricavi, mentre i caricatori cercano di mantenere margini di manovra per reagire a variazioni del mercato.
Dai dati rilevati da Xeneta emerge chiaramente che sia gli armatori sia i caricatori entrano nelle negoziazioni con una piena consapevolezza della loro posizione sul mercato. Alcuni caricatori preferiscono bloccare tariffe per oltre sei mesi per proteggere le loro catene di approvvigionamento ed evitare ulteriori negoziazioni in caso di nuove crisi globali. Altri, invece, scelgono di rischiare, sperando di ottenere tariffe più basse nei mesi successivi e affrontando nuove gare d'appalto. Xeneta conclude che l'esito delle trattative dipenderà dalla propensione al rischio delle parti coinvolte. Tuttavia, affrontare negoziazioni senza una conoscenza dettagliata del mercato significa esporsi a condizioni sfavorevoli.