Dopo lo choc dell’abbattimento del ponte Francis Scott Key Bridge da parte della portacontainer Dali, avvenuto il 26 marzo 2024, le Autorità del porto di Baltimora hanno intensificato le operazioni per rimuovere sia i resti del ponte, sia la nave. Il primo obiettivo è aprire un canale di transito temporaneo sul lato nord-orientale. Però questo canale avrà un accesso limitato, perché avrà un pescaggio di soli 3,4 metri.
I lavori si concentrano nella rimozione dei resti del ponte, formati da lunghe travi di metallo incastrate tra loro. Sono all’opera squadre di demolitori con la fiamma ossidrica e sette gru, di cui due da 650 e 330 tonnellate montate su chiatte, che caricano il materiale tagliato su un’altra chiatta che svolge navettamento verso il terminal portuale Tradepoint Atlantic. Poi bisognerà spostare la portacontainer, che è danneggiata ma ha lo scafo intatto. Però la nave è uscita dal canale di navigazione principale.
Secondo il comandante generale del Corpo degli Ingegneri dell'Esercito degli Stati Uniti (U.S. Army Corps of Engineers), Scott Spellmon, ci vorranno settimane per riaprire completamente l’accesso al porto, senza però fornire un numero. Lo U.S. Army Corps of Engineers ha avviato sul posto un centro operativo d’emergenza già il 26 marzo e vi operano specialisti di diverse discipline con l’obiettivo di riaprire il prima possibile la navigazione a Baltimora.
La nave Usace Rwynold pattuglia le acque del porto e del fiume Patapsco per rilevare detriti immersi, aiutata da altre imbarcazioni dell’Usace. Secondo il sito Roll Call, la ricostruzione del ponte costerà due miliardi di dollari, ma il fondo di emergenza ha disponibili solo 950 milioni.