Le conseguenze dell'invasione israeliana della Striscia di Gaza si stanno estendo rapidamente sull’intero scenario mediorientale e stanno già causando un aumento dei costi del trasporto marittimo che transita nel Canale di Suez. Ciò avviene soprattutto per le azioni degli Houthi verso quelle navi in transito davanti alle coste dello Yemen (passaggio obbligato per raggiungere il Canale di Suez) che ritengono legate a Israele. Hanno sequestrato la car carrier Galaxy Leader e in un solo giorno, il 3 dicembre 2023, hanno colpito con missili una portacontainer e due rinfusiere.
Queste azioni hanno causato un immediato aumento dei premi assicurativi per i mercantili che transitano in quell’area, il che significa per tutti quelli che usano il Canale di Suez. Il rischio è alto per tutti perché gli Houthi considerano come bersaglio qualsiasi nave che secondo loro abbia legami con Israele, anche se deboli o apparentemente inesistenti. Per esempio, il contrammiraglio israeliano Daniel Hagari ha dichiarato che due navi attaccate dagli Houthi non avevano alcun collegamento con Israele.
Ora i vettori devono avvertire i loro assicuratori quando le loro navi viaggiano nella parte meridionale del Mar Rosso per pagare un premio maggiore. A Londra, i valori per il rischio di guerra sono mediamente aumentati dallo 0,03% del valore della nave allo 0,05% o addirittura allo 0,1%. Sembrano variazioni impercettibili, ma significano migliaia di euro in più per ogni viaggio.
La complessità dell’organizzazione del trasporto marittimo globale rende difficile identificare una nave con una singola nazione. Non conta solo la bandiera, che anzi è l’elemento meno determinante in questo caso. In gioco ci sono la proprietà della nave, la società che la noleggia e quella che la usa, che spesso non coincidono. Poi ci sono gli equipaggi, che nella maggior parte dei casi hanno una composizione nazionale mista e che sono quelli che rischiano maggiormente da queste azioni.
Per contrastare gli attacchi degli Houthi, Stati Uniti e Gran Bretagna stanno rinforzando la presenza di navi militari nell’area. Due di loro, della Marina statunitense, hanno già abbattuto missili e droni diretti contro mercantili. Washington sta valutando con alcuni alleati d’istituire una squadra dedicata per scortare le navi attraverso il Mar Rosso, come ha annunciato Jake Sullivan, consigliere statunitense per la sicurezza durante una conferenza stampa alla Casa Bianca.
Un altro elemento che aumenta i costi della navigazione è il cambiamento delle rotte per evitare proprio il Mar Rosso. Lo stanno facendo le navi che sono legate a Israele in modo evidente, come le portacontainer della compagnia israeliana Zim. Fin dalle ore successive al sequestro della Galaxy Leader quelle che stavano dirigendosi verso il Canale di Suez hanno invertito la marcia per imboccare la rotta di circumnavigazione dell’Africa. Una scelta che aumenta costi e tempo di viaggio.