Non arriverà dalle Filippine la salvezza del terminal container di Taranto, attualmente fermo e senza gestore, dopo che i soci del Taranto Terminal Container (ossia Hutchison, Evergreen e Gruppo Maneschi) hanno annunciato la liquidazione della società e l'Autorità Portuale gli ha revocato la concessione. Nelle scorse settimane era emerso l'interesse della Ictsi, ma in un'intervista rilasciata a Milano Finanza, il vicepresidente della società filippina, Hans-Ole Madsen, ha dichiarato che il suo gruppo non è più interessato allo scalo pugliese.
I motivi di tale decisione sono due. Il primo è l'incertezza sul futuro dello scalo, a causa dei ritardi e della mancanza di una chiara programmazione da parte delle Autorità italiane. Il secondo è che Ictsi ha abbandonato il transhipment e finora la vocazione di Taranto resta quella di trasbordo di container nave-nave, almeno fino a quando non saranno realizzati i progetti della piattaforma logistica, i cui tempi sono ancora indefiniti.
Intanto si cerca di uscire dall'impasse causata dalla chiusura del terminal. Oggi pomeriggio si svolgerà al ministero del Lavoro un incontro per stabilire il futuro dei 540 dipendenti del TCT, che alla scadenza della cassa integrazione rischiano la mobilità. Resta aperta la ricerca di un nuovo gestore del terminal, che comunque nei prossimi mesi non potrà operare perché interessato dai lavori di potenziamento.
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