Il 28 maggio 2021 la portacontainer Maersk Emerald, lunga 366 metri e con capacità di 13mila teu, si è incagliata al chilometro 98 del Canale di Suez, nella parte settentrionale, mentre navigava in un convoglio diretto a sud. Lo riferisce su Tweeter la società LetLeth Agencies, che fornisce servizi di transito nel canale, precisando che l'intraversamento sarebbe dovuto a inconvenienti al motore. L’Autorità del Canale ha inviato sul posto quattro rimorchiatori che in poche ore hanno rimesso in linea la nave, riaprendo così il canale alla navigazione. Questo è il primo incidente di questo tipo noto dopo il lungo incagliamento della portacontainer Ever Given (che era di circa trentacinque metri più lunga della Maersk Emerald).
L’impatto sulla navigazione è stato minore rispetto alla Ever Given perché l’intraversamento della Maersk Emerald è avvenuto nel tratto di canale che è stato recentemente raddoppiato e che ha due diverse corsie per il transito delle navi e la portacontainer ne ha impegnata solo una. Ora la Maersk Emerald è all’ancora nel Grande Lago Amaro per verificare le cause dell’incidente.
Intanto la Ever Given è ancora sotto sequestro, sempre nel Grande Lago Amaro. La società proprietaria, la giapponese Shoei Kisen Kaisha, ha presentato un ricorso al Tribunale d'Ismailia contro il sequestro e i giudici hanno rinviato la decisione al 20 giugno per concedere tempo alle parti per trovare un accordo sul risarcimento. Dopo avere chiesto 916 milioni di dollari, l’Autorità del canale è scesa a 550 milioni, precisando che con un anticipo di 200 milioni avrebbe liberato la nave (e le migliaia di container che trasporta). Da parte sua, Shoei Kisen Kaisha offre 150 milioni, una cifra ritenuta inadeguata dall’Autorità egiziana. Gli avvocati delle due parti si dichiarano ottimisti sull’esito della trattativa.