La società terminalista indiana Adani Ports and Special Economic Zone – controllata dal Gruppo Adani – ha vinto la gara della privatizzazione del porto israeliano di Haifa, in consorzio con la società israeliana Gadot Chemical Terminals. Il consorzio, dove Adani detiene il 70%, pagherà allo Stato israeliano il corrispondente di 1,18 miliardi di dollari per una concessione che scadrà nel 2054. L’obiettivo è creare uno hub per le merci nel Mediterraneo. Nel 2021, nella baia di Haifa il Governo israeliano ha dato in concessione l’Haifa Bay Port alla società cinese Shanghai International Port Group.
Nella baia di Haifa transita oltre il cinquanta percento della merci in ingresso e uscita da Israele e Tel Aviv ha deciso di privatizzare i suoi scali contando su una maggiore efficienza e una riduzione dei costi per gli utilizzatori. Ma questi porti serviranno anche come terminali dei traffici, previsti in forte aumento, con alcuni Paesi arabi del Golfo e con l’interno. In quest’ultimo caso è stata progettata una ferrovia tra Haifa e la Giordania.
Il Gruppo Adani è stato fondato ed è diretto dal magnate indiano Gautam Adani, che è ritenuto vicino al Primo ministro indiano Modi. Per tale motivo alcuni analisti ritengono che l’acquisizione di Haifa sia un’operazione anche geopolitica, fatta anche per contrastare l’espansione cinese. A sostegno di questa ipotesi c’è il fatto che il consorzio guidato dal Gruppo cinese ha offerto una somma superiore del 55% a quella di base stabilità dal Governo israeliano, mettendo così fuori gioco tutta la concorrenza.
Adani gestisce 13 terminal portuali in India, da cui transita il 14% del commercio marittimo del Paese. Commentando l’acquisizione di Haifa, Gautam Adani ha ricordato la carica della cavalleria indiana (che combatteva all’interno dell’esercito britannico) che nel 1918 ha contribuito a conquistare il porto di Haifa all’Impero ottomano. Un commento che s’inserisce nella politica nazionalista di Modi.