A poco più di due anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e dell’ininterrotta guerra che sta tormentando il Paese da allora, e che ha causato anche l’interruzione dei trasporti marittimi verso i porti ucraini del Mar Nero, lentamente le navi stanno tornando. Hanno cominciato le rinfusiere che trasportano grano e ferro, poi sono arrivate le piccole portacontainer. Il 21 aprile la Pros Hope, nave da 1.118 teu noleggiata dallo spedizioniere ucraino Iteris Feeders, ha svolto un trasporto di piccolo cabotaggio tra il porto ucraino di Chornomorsk a quello rumeno di Costanza. Un trasporto che secondo SeatradeMartime sarebbe stato svolto in collaborazione con la filiale ucraina di Maersk. Quest’ultima ha sospeso il trasporto fluviale sul Danubio da Costanza a Reni, pare proprio per tornare sul mare.
Anche Hapag-Lloyd sarebbe interessata a collaborare con Iteris Feeders. Secondo Alphaliner, la compagnia tedesca intende utilizzare il porto di Costanza come rilancio dei container che viaggiano sulla sua rete globale e sono diretti in Ucraina, mentre sempre SeatradeMartime afferma che la compagnia turca Akkon intende riattivare le rotte per l’Ucraina. E si parla anche di un interesse di Msc.
Se aumenterà il traffico di container, il porto di Chornomorsk, situato a una ventina di chilometri a sud di Odessa, potrebbe però rivelarsi inadeguato, perché è piccolo e male attrezzato per i container. Oggi è usato come infrastruttura per il cosiddetto “corridoio del grano”. L’approdo ideale sarebbe il porto di Odessa, che però resta sotto la minaccia dei missili e dei droni russi.
L’altro capolinea resterebbe Costanza che, secondo Informall BG ha aumentato il traffico di container del 32% - da 610mila e 810mila teu – dal 2022 al 2024, proprio a causa delle deviazione del traffico ucraino. Nonostante questi segnali di miglioramento, la situazione resta ovviamente precaria, anche perché l’esercito ucraino appare in crisi nel contrastare l’offensiva russa.