La crisi del Mar Rosso non accenna ad attenuarsi, nonostante la presenza di navi militari europee, statunitensi e indiane nell’area, che riescono a intercettare gran parte dei missili e dei droni lanciati dagli Houthi. Questi ultimi infatti continuano a prendere di mira le portacontainer in navigazione sia sul Mar Rosso, sia nell’Oceano Indiano e anzi hanno annunciato di voler raggiungere anche il Mediterraneo (senza però averlo ancora fatto).
Il 10 maggio 2024, il generale degli Houthi Yahya Ser’e ha scritto su X (ex Twitter) che potrà essere un obiettivo dei missili balistici qualsiasi nave diretta a Israele, anche se proveniente dal Mediterraneo: “Se il nemico israeliano intende lanciare un’operazione militare aggressiva contro Rafah, le forze armate yemenite imporranno sanzioni globali a tutte le navi e compagnie legate al rifornimento e all’ingresso nei porti palestinesi occupati di qualsiasi nazionalità e impediranno a tutte le navi di queste compagnie dall'attraversare la zona operativa delle forze armate indipendentemente dalla loro destinazione", ha scritto Sare'e. Sempre il generale yemenita ha affermato le forze yemenite hanno sparato missili contro tre portacontainer di Msc - la Diego, la Gina e la Vittoria - mentre navigavano nel Golfo di Aden. Navi che comunque non sarebbero state colpite.
Questo scenario induce Maersk a prevedere che nel secondo trimestre del 2024 la capacità globale del trasporto marittimo di container tra Asia ed Europa diminuirà del venti percento. Tale diminuzione è causata dal dirottamento delle portacontainer sulla rotta che circumnaviga l’Africa, per evitare l’ingresso del Mar Rosso, necessario per entrare nel Mediterraneo tramite il canale di Suez.
La riduzione di stiva è accompagnata da un aumento dei costi, che la compagnia danese valuta del quaranta percento. Anche la tedesca Hapag-Lloyd ha deciso di evitare il Canale di Suez, anche se in evento online il Ceo della compagnia, Rolf Habben Jensen, ha affermato che la crisi dovrebbe risolversi entro la fine del 2024.