Il giorno dopo l'attacco informatico globale Petya, il Gruppo AP Moller-Maersk Group annuncia di avere "contenuto" le conseguenze del blocco dei sistemi informatici e di stare lavorando a un programma di recupero dei dati, insieme con i fornitori IT e società di sicurezza informatica. La società spiega che nelle scorse ora ha chiuso volontariamente alcuni sistemi per contenere i danni del malware, che cripta i dati col fine di chiedere un riscatto per riaverli in chiaro.
Riguardo l'infezione, AP Moller-Maersk Group afferma che le controllate Maersk Oil, Maersk Drilling, Maersk Supply Services, Maersk Tankers, Maersk Training, Svitzer e MCI non hanno subito conseguenze e che le navi di Maersk Line si possono manovrare, possono comunicare e che gli equipaggi non corrono pericoli. I terminal di APM Terminals sono stati coinvolti in alcuni porti, mentre la controllata logistica Damco ha limitato gli accessi ad alcuni sistemi.
L'agenzia Bloomberg, citando il Commercial officer della società Vincent Clerc afferma che Maersk non sta ancora accettando prenotazioni, aggiungendo che potranno esserci disagi nella consegna dei container in transito nei terminal coinvolti dall'attacco. Il dirigente ha anche precisato all'agenzia che la società non ha pagato alcun riscatto per sbloccare i dati crittati.
Il caso ha voluto che questo cyberattacco, che ha colpito diverse altre società, sia avvenuto proprio mentre il Gruppo danese sta implementando la digitalizzazione delle procedure e il giorno dopo l'annuncio del tracciamento dei container refrigerati. Intanto, MSC (che opera con Maersk nel consorzio 2M) dichiara di stare lavorando con la compagnia danese per condividere informazioni che possano essere utili alle attività, come per esempio quelle sulle pratiche doganali. MSC precisa di non essere stata coinvolta nell'attacco.
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