Con l’avvicinarsi dell’ultima scadenza fissata a fine marzo, s’intensifica e si vivacizza il confronto fra il gruppo Moby e i creditori, in particolare la rappresentanza degli obbligazionisti. Secondo quanto riportato da Reorg Research, infatti, il consueto gruppo di bondholder (rinominato “ad hoc group” e rappresentativo di circa 150 dei complessivi 300 milioni di obbligazioni) avrebbe spedito ala Balena Blu una controproposta rispetto all’offerta recapitata loro e giudicata non soddisfacente.
Fra gli aspetti che non convincono ci sarebbe l’impegno finanziario che Europa Investimenti metterebbe sul piatto per salvare Moby, giudicato troppo basso, così come i creditori considerano troppo elevate le aspettative sulle cifre che la vendita di asset potrebbe generare per loro. Le considerano non realistiche con l’andamento di mercato attuale e del prossimo futuro. Un’altra questione che non trova d’accordo i bond holder è la governance futura di Moby che, secondo il piano, rimarrebbe nelle mani della famiglia Onorato.
Fonti vicine al gruppo Moby hanno fatto invece sapere che le banche e i fornitori avrebbero invece espresso un parere preventivo positivo. Nelle scorse settimane era già emerso che due sono le alternative di rimborso prospettate dalla compagnia di traghetti ai creditori. La prima prevedrebbe un riconoscimento immediato del 30% del credito mentre la seconda un rimborso in percentuale più limitata ma con la prospettiva di ottenere altri soldi negli anni successivi a seguito della cessione di alcuni asset in flotta (fino a otto navi di Moby e di Tirrenia Cin nel corso di cinque anni). Tutta la flotta del gruppo verrebbe anche trasferita a una nuova società (partecipata con una quota anche dal fondo Europa Investimenti) che provvederebbe poi a noleggiare nuovamente a Moby il naviglio.
Nicola Capuzzo