Giovedì 11 gennaio 2024 i venti di guerra sul Mar Rosso si sono rafforzati con il bombardamento compiuto da Stati Uniti e Gran Bretagna contro alcune postazioni degli Houthi nello Yemen e l’abbordaggio di una petroliera con bandiera greca compiuto da militari riconducibili all’Iran. La prima azione arriva dopo i lanci di missili e droni attuati dagli Houthi contro navi mercantili in transito nello Stretto di Bab el-Mandeb e gli avvertimenti lanciati loro dagli Stati Uniti e rimasti inascoltati.
Così, nel primo pomeriggio dell’11 gennaio 2024, intorno alle 14.30, le Forze armate statunitensi e britanniche hanno compiuto un attacco congiunto di navi, aerei e sommergibili. Secondo il Dipartimento della Difesa statunitense, sessanta attacchi hanno colpito radar, nonché siti di stoccaggio e lancio di droni, missili da crociera e balistici in una vasta area dello Yemen, tra cui la capitale Saana e la città portuale di Hodeida (davanti alla quale è ancorata la car carrier Galaxy Leader, sequestrata a novembre dagli Houthi).
L’azione statunitense è avvenuta poco dopo l’ultimo attacco degli Houthi, avvenuto tramite il lancio di un missile contro una nave, che non ha colpito l’obiettivo. Secondo il Pentagono, questo è stato il ventisettesimo dal 19 novembre, ossia da quando gli Houthi hanno avviato la campagna per all’invasione di Gaza da parte d’Israele. Per quasi due mesi l’amministrazione statunitense ha evitato di colpire lo Yemen, per evitare di estendere il conflitto, ma il presidente Biden ha infine deciso di rispondere, anche perché ormai la rotta del Mar Rosso è diventata impraticabile per le portacontainer, che sono state il principale bersaglio degli Houthi.
Lo stesso giovedì, intorno alle 15.30, è avvenuto il secondo evento che non solo aumenta la tensione, ma rischia di estendere ancora di più il conflitto. Un elicottero partito da una nave della Marina militare iraniana ha abbordato la petroliera St Nikolas, che ha bandiera delle Isole Marshall, mentre stava navigando davanti alle coste dell’Oman. I militari hanno ordinato all’equipaggio di dirigersi verso un porto iraniano. La petroliera era salpata dal porto iracheno di Bassora per la Turchia con un carico di 145mila tonnellate di petrolio.
La nave appartiene alla società greca Empire Navigation e ha un equipaggio di diciannove persone, diciotto filippini e un greco. La stessa nave venne sequestrata ad aprile 2023 dagli Stati Uniti (ma allora aveva il nome di Suez Rajan ed era noleggiata da un’altra compagnia, la Suez Rajan Limited) nell’ambito delle sanzioni contro l’Iran. L’Iran rivendica ora il sequestro della St Nikolas proprio come risposta all’azione statunitense. Dopo l’abbordaggio, Washington ha chiesto il rilascio immediato della petroliera.