La prima settimana di ottobre 2022 è stata la trentaduesima consecutiva di riduzione dei noli container sulle rotte tra Asia ed Europa e su quelle transpacifiche, con una progressiva accelerazione della caduta. La causa principale è la riduzione della domanda dovuta alla situazione economica e geopolitica globale. La prima reazione delle compagnie per cercare di azzerare, o almeno rallentare, questa caduta è quella già sperimentata durante la pandemia e che si basa su due elementi che tagliano l’offerta di stiva: ridurre i servizi - eliminando alcune partenze o sospendendo completamente alcune rotazioni – e la riduzione della velocità delle navi (che ha anche il vantaggio di diminuire i consumi di carburante).
Entrambi i fenomeni sono già in atto e secondo Sea-Intelligence a ottobre 2022 i vettori toglieranno dal mercato circa un milione e mezzo di teu, valore che però la società di ricerca non ritiene sufficiente per frenare il calo dei noli. Quindi è possibile che le partenze in bianco aumentino nelle settimane successive. Un altro segnale è la ripresa delle rottamazione delle portacontainer, dopo una fase in cui la domanda di stiva ha tenuto in esercizio unità ormai pensionabili.
Sulla velocità, un'altra società di ricerca, Alphaliner, rileva che molte rotazioni tra Asia ed Europa hanno un tempo di viaggio di dodici o tredici settimane, a fronte delle otto del periodo prepandemico. Sempre Alphaliner afferma che l’eccesso di stiva potrebbe diventare un fenomeno strutturale e interessare anche il 2023, tenendo anche conto che nel biennio 2023-2024 sono previste numerose consegne di portacontainer nuove, alcune delle quali ordinate durante la fase di eccesso di domanda. Il portafoglio globale degli ordini tocca i sette milioni di teu e il 56% di tale capacità è indirizzata ai primi cinque vettori mondiali.
Questa situazione deriva dalla tempesta che sta investendo il trasporto marittimo intercontinentale, alimentata dalla guerra in Ucraina e dalle relative conseguenze economiche (come stagflazione e aumento dei costi energetici) e instabilità politica in diverse aree del mondo. Sta diminuendo la domanda di beni e quindi di trasporto.