Quarantaquattro navi delle 98 navi che compongono la flotta di Hanjin Shipping sono bloccate davanti ai porti perché i terminalisti non consentono l'approdo, per il timore che la società non paghi le tasse portuali e i servizi di sbarco e imbarco. Ciò significa che migliaia di container pieni sono fermi in mare, senza sapere quando potranno raggiungere la destinazione finale e lo stesso vale per i container da imbarcare. Una situazione che allarma l'intera filiera logistica, ma anche i produttori, come il colosso LG Electronics, che utilizzano le navi della compagnia per le loro esportazioni in tutto il mondo.
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Il fermo delle navi è stato annunciato il 2 settembre dalla stessa Hanjin Shipping all'agenzia Reuters, precisando che le sue portacontainer non possono entrare negli scali di Shanghai, Sydney, Amburgo e Long Beach. Inoltre, la compagnia ha confermato il sequestro di una nave a Singapore da parte di un creditore. Nello stesso tempo, il portavoce di Hanjin Shipping dichiara che sono riprese le attività d'imbarco e sbarco nei porti sud-coreani, fermate nei giorni scorsi dai sindacati dei portuali, dopo che il Governo ha garantito il pagamento dei servizi.
La crisi è precipitata mercoledì, quando il CdA della società ha deciso di ricorrere all'amministrazione controllata e ora il suo destino è il mano ai giudici coreani, che devono decidere se c'è possibilità di salvezza o decretare il fallimento. I giudici hanno già stabilito che la compagnia deve presentare un piano di salvezza entro il 25 novembre prossimo, nominando come fiduciario l'attuale Ceo Suk Tai. Ma gli operatori e il mercato finanziario non scommettono sulla salvezza della compagnia, come dimostrano chiari segnali: il consorzio CKYHE ha sospeso la compagnia sud-coreana, già da mercoledì è sospesa la contrattazione delle azioni alla Borsa di Seoul (che potrebbero riprendere il 5 settembre) e una delle tre società di rating sud-coreane, la Korea Investors Service, ha degradato Hanjin Shipping allo stato di default.
Le conseguenze di un fallimento potrebbero coinvolgere l'intero shipping container globale, perché Hanjin Shipping è la settima compagnia di trasporto container e ha una stiva complessiva di 609.500 teu. La situazione è complicata dal fatto che questa è la stagione di maggior domanda di trasporto, che durerà fino a ottobre. Negli Stati Uniti, l'associazione Retail Industry Leaders Association ha inviato una lettera al Dipartimento del Commercio e alla Federal Maritime Commission per chiedere provvedimenti per affrontare l'emergenza. Per ora, l'unico provvedimento è stato preso dall'altra compagnia sud-coreana, la Hyundai Merchant Marine, che ha messo a disposizione tredici portacontainer su alcune rotte servite da Hanjin Shipping.
La crisi di Hanjin Shipping potrebbe però essere un'opportunità positiva per le altre compagnie marittime, che assisterebbero a un drastico calo di stiva in una fase in cui l'eccesso di offerta, fuori dai periodi di picco, ha creato un crollo dei noli che sta incidendo negativamente sui bilanci. Non si sa se è una coincidenza, ma la principale compagnia, la danese Maersk Line, ha annunciato un aumento dei noli a settembre sulle rotte tra Asia ed Europa/Stati Uniti.
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