Il salvataggio di Compagnia Italiana di Navigazione, società del gruppo Moby che ha rilevato l’ex flotta di Stato Tirrenia, appare sempre più complicato. I commissari straordinari di Tirrenia in Amministrazione Straordinaria (Beniamino Caravita di Toritto, Gerardo Longobardi e Stefano Ambrosini) hanno infatti comunicato che “la società Compagnia Italiana di Navigazione Spa e i suoi advisor hanno rappresentato la non adesione della predetta società, debitrice verso l’amministrazione straordinaria dell’importo di euro 180 milioni, alla controproposta formulata dai commissari straordinari di Tirrenia in Amministrazione Straordinaria nella mattinata di quest’oggi secondo le formali indicazioni ricevute dai propri Organi di vigilanza”.
In precedenza, il gruppo Moby controllato da Vincenzo Onorato non accettò la proposta che il ministero dello Sviluppo Economico, tramite Tirrenia in Amministrazione Straordinaria e i suoi commissari, ha messo sul tavolo e rimane perciò sempre meno tempo per cercare di trovare un’intesa sulla ristrutturazione del debito di 180 milioni, che corrisponde alle tre rate di prezzo differite (mai pagate) relative all’acquisto dell’ex compagnia pubblica avvenuto quasi dieci anni fa.
Secondo quanto appreso da diverse fonti, le controparti avrebbero già trovato un accordo sulla rateazione (20% di 180 milioni quest’anno e il restante 80% - circa 115 milioni - nel 2024) mentre le garanzie messe sul tavolo sono state ritenute inadeguate da Tirrenia in Amministrazione Straordinaria. Quelle proposte dai commissari straordinari riguardavano le navi, i sistemi di vendita o l’assenza di vincoli alla cessione delle navi ma non sono state gradite da Onorato. La partita nei prossimi giorni si giocherà proprio sulla ricerca di un punto d’incontro sulle garanzie da porre alla base dell’accordo.
Il Tribunale di Milano la scorsa settimana ha dato ulteriore tempo fino al 6 maggio 2021 ai soggetti coinvolti per arrivare a un accordo consensuale, mentre la Procura competente ha presentato istanza di fallimento nei confronti di Compagnia Italiana di Navigazione. Quest’ultima aveva presentato una richiesta di concordato in bianco nel luglio scorso come Moby senza però poi presentare, alla scadenza, proposta di concordato preventivo o di omologa di accordo di ristrutturazione del debito.
Per questo motivo, la sezione fallimentare presieduta da Alida Paluchowski ha fissato l’ultima udienza durante la quale il pubblico ministero ha depositato istanza di fallimento, mentre i legali della Compagnia di Navigazione hanno chiesto un’ulteriore proroga dei termini ritenuta dal collegio inammissibile.
I giudici civili hanno quindi in sostanza dichiarato cessati gli effetti “protettivi” del concordato in bianco. Cin ha però, come detto, un tempo ristretto per presentare un piano di salvataggio completo: o un concordato preventivo o accordo completo. Altrimenti il prossimo 6 maggio il tribunale si pronuncerà sull’istanza di fallimento e di amministrazione straordinaria della compagnia che fa capo a Vincenzo Onorato.
Nicola Capuzzo