Alla fine il nome scelto per la nuova associazione degli armatori nata oggi a Roma in seno a Confcommercio è AssArmatori. Lo si apprende da una nota dove si spiega che questa nuova confederazione degli armatori operanti in Italia "per la prima volta configura un polo di forte rappresentanza per l'industria marittima anche internazionale; industria che svolge nel nostro Paese un ruolo determinante nella logistica industriale, commerciale e nel settore delle crociere, garantendo significativi livelli occupazionali per i marittimi italiani".
L'atto costitutivo è stato firmato a Roma e ne fanno parte sin da subito i gruppi armatoriali Ignazio Messina & C, Grandi Navi Veloci, Italia Marittima, Finaval oltre a Fedarlinea, l'associazione che riunisce le più importanti compagnie attive nel settore del cabotaggio e dei collegamenti con le isole (Moby, Tirrenia, Snav, Delcomar, Maddalena lines, Toremar e Caremar).
"In coerenza con l'obiettivo di rappresentare non solo le compagnie nazionali, AssArmatori si apre da subito alla partecipazione di gruppi internazionali con forti interessi in Italia e un ruolo importante nel mercato del lavoro marittimo italiano: primo fra tutti il gruppo MSC di Ginevra sia nella sua componente cargo che attraverso MSC Cruises", si legge nella prima comunicazione ufficiale della neonata associazione.
Il Consiglio di AssArmatori che complessivamente rappresenta gruppi che operano oltre 600 navi per un'occupazione diretta di circa 70mila addetti, ha nominato Stefano Messina (50 anni, genovese, presidente del Gruppo Messina di Genova) come presidente che resterà in carica per i prossimi quattro anni. Queste sono state le prime parole del neopresidente Messina: "AssArmatori nasce già forte di numerosi anni di storia marinara alle spalle, esprimendo esperienza in tutti i comparti strategici per la connettività e lo sviluppo economico del Paese Italia: autostrade del mare, crociere, trasporto passeggeri, la quasi totalità del trasporto pubblico locale verso le isole minori, trasporto di lungo raggio, rotabili e container. AssArmatori sarà quindi interlocutore di riferimento per le istituzioni sia italiane che europee per lo sviluppo responsabile dell'economia del mare, con le sue importanti ricadute in termini di occupazione, infrastrutture, sviluppo dei territori e turismo".
Messina ha poi aggiunto che "troppo spesso il nostro settore ha subito decisioni e scelte per certi aspetti imposte da altri interessi economici, che hanno guardato al mare come a uno strumento e non a un asset di valore fondamentale per la politica di un grande paese industriale e turistico. È ora di cambiare la rotta, restando aperti al dialogo con tutti, ma affermando credibilità e ruolo: e ciò transita attraverso la consapevolezza piena della principale caratteristica dell'armamento, che è la sua internazionalizzazione".
Internazionalizzazione (che significa grande attenzione all'Unione Europea e agli altri consessi dove si forgiano le norme che regolano il settore del mare); una fortissima integrazione nel ciclo logistico e del trasporto nazionale (anche attraverso un processo di efficientamento dei porti); un nuovo approccio al mondo della finanza: queste sono le chiavi del patto fondante di AssArmatori che si propone anche di agire con forza nel mercato del lavoro creando le premesse per una crescita quantitativa e qualitativa del personale navigante italiano.
A conferma di questa volontà, AssArmatori dichiara da subito la volontà di aprire un dialogo con le organizzazioni sindacali, nonché con le altre associazioni di categoria presenti nel settore, "per un confronto a tutto campo su nuovi modelli di rappresentanza e contrattazione adeguati alla doppia esigenza di garantire una maggiore competitività del sistema Paese e di far crescere l'occupazione del personale navigante italiano, uno dei migliori e più preparati del mondo".
Nicola Capuzzo
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