I noli spot del trasporto marittimo dei container mostrano nella terza settimana di ottobre 2023 segni di rallentamento di una discesa che è proseguita per alcuni mesi. La più recente rilevazione settimanale di Drewry, diffusa il 19 ottobre, mostra infatti una sostanziale stabilità nell’indice composito (che comprende tutte le rotte) e addirittura una lievissima ripresa nella rotta tra Shanghai e Rotterdam, in entrambe le direzioni. Si tratta dell’uno percento da est a ovest (1.024 dollari per container da 40 piedi) e del tre percento da ovest a est (476 dollari).
Rotterdam guadagna anche sui collegamenti transatlantici, mostrando una crescita settimanale del due percento verso New York (1.564 dollari) e del quattro percento in direzione inversa (703 dollari). Resta invece in rosso il nolo tra Shanghai e Genova, che in una settimana ha perso il tre percento, toccando i 1.370 dollari per feu. Rosso anche nelle rotte transpacifiche: Shanghai-Los Angeles scende dell’uno percento a 1.979 dollari e la direzione inversa scende del due percento a 811 dollari.
Potrebbe essere l’inizio della ripresa dei noli, dopo mesi di discesa? Questa è l’ipotesi degli analisti di Xeneta, che considera l’andamento dei noli contrattuali. Essi ritengono che le attuali condizioni di mercato siano “insostenibili” per i vettori, che potrebbero quindi spingere verso un aumento nel 2024. “Nel 2023, il costo del trasporto delle merci via mare è crollato di quasi il 60% per i contratti a lungo termine a livello globale e alcuni corridoi, come il transatlantico verso la costa orientale degli Stati Uniti e l’Estremo Oriente verso l’Europa, sono diminuiti del circa l’80% sui noli sia a breve che a lungo termine”, spiega il Ceo di Xeneta, Patrik Berglund.
I primi a soffrire se il mercato dovesse cambiare, ammonisce la società, sono i caricatori che hanno firmato contratti ai prezzi più bassi del 2023: “Le compagnie di navigazione esamineranno i contratti stipulati nel 2023 e, in molti casi, li riterranno non redditizi. Coglieranno ogni opportunità possibile per non trasportare i container di quei clienti. Se il mercato dovesse salire, le compagnie sceglieranno di trasportare container appartenenti a clienti con prezzi contrattuali 2024 più sani. Sembra ingiusto, e forse lo è, ma le compagnie di navigazione hanno il diritto di farlo”, afferma Berglund.
Quindi, i caricatori dovranno presto affrontare una sfida per mantenere intatte le catene di approvvigionamento, perché potrebbero rischiare di avere le loro merci bloccate in qualche porto del mondo. “È quindi fondamentale che le aziende che avviano trattative per nuovi contratti abbiano accesso ai dati di mercato più recenti per capire se, o quando, questa esposizione al rischio diventerà realtà”, consiglia Berglund. C’è però un antidoto a questo scenario: l'aumento di capacità di stiva, che nel 2023 ha raggiunto livelli record. Se questa tendenza proseguirà, afferma Xeneta, i vettori saranno costretti a caricare i container di tutti, anche dei clienti che hanno i noli più bassi.
Ovviamente, tutti questi discorsi sono legati all’andamento dell’economia globale e all’evoluzione della geopolitica. La prima appare sempre più in fase recessiva, aggravata dai conflitti in Europa e Medio Oriente e dalle tensioni nel Pacifico. Diminuisce la spesa dei consumatori per l’inflazione, mentre l’aumento del costo del denaro rende più difficili gli investimenti delle imprese. Xeneta rileva che nei primi otto mesi del 2023 i container trasportati tra l’Estremo Oriente a gli Stati unici sono diminuiti del 16,2%. “Ci sono dei cieli bui e pesanti all’orizzonte per il settore dei trasporti marittimi”, osserva Berglund.
In Europa c’è poi l’incognita dell’aumento dei costi causato dalla transizione energetica. Il tema del sistema Ets interessa sia le compagnie marittime, sia i porti e a livello globale l’Imo introduce un’applicazione più rigorosa dell’indicatore dell’intensità di carbonio (Cii).“Il fatto che il costo della navigazione marittima sia così basso significa che non ci sono soldi sul mercato. Allo stesso tempo chiediamo a queste enormi compagnie di linea in perdita di spendere ingenti somme di denaro per l’acquisto di nuove navi al fine di effettuare la loro transizione verde”, rileva il Ceo di Xeneta. D’altra parte, aggiunge, “i clienti vogliono che il trasporto marittimo sia ecologico ma non sono disposti a pagare il conto. È una situazione bizzarra e un enigma per l’industria”.