Il 30 novembre 2019 è scaduto il termine che l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale aveva fissato per la presentazione da parte di soggetti privati di proposte per costruire e gestire nuovo terminal container previsto nella fase 1 della nuova Piattaforma Europa. Né Msc, né Gruppo Investimenti Portuali (Gip), né Spinelli né altri soggetti terminalisti che in passato avevano manifestato il proprio interesse si sono fatti avanti. Fra questi solo Gip, che già controlla nello scalo labronico il Terminal Darsena Toscana, l'anno scorso aveva depositato un progetto non vincolante, ma non è andato oltre. Il costo delle opere della prima fase della Piattaforma Europa è di circa 870 milioni di euro, di cui 540 milioni proverrebbero da fondi pubblici e 330 da privati, e il tempo previsto per la realizzazione è di circa quattro anni dall'approvazione del progetto che dovrebbe prendere forma in project financing. Il costo dell'intera opera complessiva è stato stimato in circa 1,3 miliardi di euro.
La prudenza (o la rinuncia) da parte degli investitori si spiega con diverse ragioni. Gip scommetterà sul terminal che sorgerà nella nuova Piattaforma Europa solo se avrà garanzia che potrà essere l'unico del porto autorizzato a movimentare container. Cosa, questa, non scontata perché negli ultimi mesi ha tenuto banco la polemica sorta attorno all'autorizzazione rilasciata dall'Autorità portuale al Terminal Lorenzini (partecipato al 50% da Msc) per movimentare una quota di container non più minoritaria rispetto al totale dei suoi traffici, aprendo di fatto alla nascita di un secondo terminal per l'imbarco e sbarco dei contenitori in porto. Oltre a ciò, sempre secondo quanto è stato possibile ricostruire, un altro grosso ostacolo per i privati sono i costi dell'operazione che fino ad oggi risultano ancora incerti per la parte pubblica nonostante le recenti rassicurazioni della ministra dei Trasporti, Paola De Micheli.
A ciò si aggiunga che la nuova opera andrebbe a intercettare flussi di traffico che transitano da Genova, Vado Ligure, La Spezia e dalla stessa Livorno perché non è pensabile attirare volumi di container da e per il resto d'Europa. Fra gli addetti ai lavori, dopo le difficoltà illustrate negli anni passati dall'iter dell'opera, sono in pochi a scommettere sulla sua futura fattibilità. Nel frattempo però dall'Autorità portuale toscana dicono avanti tutta sulla progettazione preliminare delle opere marittime di difesa e delle attività di dragaggio della Darsena Europa. Il costo previsto per questi lavori è 260 milioni di euro.
Nicola Capuzzo
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