Il sopralluogo del 6 gennaio 2015 dei magistrati sul relitto ancorato al porto di Brindisi è durato poco non tanto per il giorno di festa, quanto per l'elevata temperatura che c'è ancora sui ponti inferiori, fino a duecento gradi, e per il forte vento che può alimentare i focolai che sono ancora attivi a bordo. I Vigili del Fuoco cercano di smorzarli, anche per evitare che l'alta temperatura raggiunga i serbatoi della nave, carichi con 1200 tonnellate di carburante. Per questo motivo, i sommozzatori controllano periodicamente la temperatura della parte inferiore dello scafo, che per ora non desta preoccupazioni. Non pare possibile aspirare il carburante perché la Norman Atlantic è inclinata e cambiare l'assetto dei pesi aumenterebbe la sua instabilità.
Intanto, a oltre una settimana dall'incidente resta ancora indefinito il numero delle vittime. Finora, i morti confermati sono undici e nove sono stati riconosciuti dai familiari, tra cui quelli di due camionisti napoletani, mentre due autotrasportatori italiani Carmine Balzano e Giuseppe Mancuso restano dispersi. Per quest'ultimo c'era stato un barlume di speranza di trovarlo tra un gruppo di naufraghi che si erano calati in una scialuppa di salvataggio e che sono stati salvati da un mercantile, che li ha poi sbarcati in Grecia. Ma la speranza è durata poco e dei due uomini non si hanno ancora notizie.
A proposto di scialuppe, si apre un nuovo capitolo dopo il ritrovamento di un'imbarcazione del Norman Atlantic su una spiaggia vicino a Valona, in Albania, fatta da una troupe di RaiNews24. La scialuppa è vuota, me è stata evidentemente abitata. Potrebbe essere quella del naufrago turco intervistato dalla stessa RaiNews24, Demir Ibrahim Iscil, che la riconosce come tale, ma avendola vista solo in televisione. D'altra parte, il traghetto ha calato due scialuppe e della seconda non vi sono tracce. Iscil racconta che sulla sua scialuppa si erano imbarcate circa cento persone, ma solo la metà sono riuscite a salire sul cargo di Singapore che si è accostato.
In pratica, è salito solo chi è riuscito a scalare l'alta fiancata della nave con la biscaggina (una scala di corda) lanciata dai marinai, mentre gli altri - in prevalenza donne e bambini, ma anche un sacerdote e un membro dell'equipaggio - sono rimasti a bordo, con l'idea di cercare una nave di più facile abbordaggio. Di queste persone si è persa traccia e un numero così elevato di persone non risulta neppure nell'attuale stima dei dispersi (che mostra diciotto persone). Iscil parla anche di numerosi clandestini che avrebbe visto scendere da un camion nei garage e afferma di avere parlato con tre afghani che gli avrebbero detto di avere acceso un fornelletto nel garage per scaldarsi, prima che cominciasse l'incendio. Ma queste dichiarazioni sono ancora tutte da verificare.
Dell'incendio del Norman Atlantic parla diffusamente anche la stampa greca, perché molti dei passeggeri sono cittadini della Grecia. Sulle discrepanze tra la lista delle persone imbarcate e quella di quelle salvate, le Autorità greche dicono che dipendono da quelle italiane, che avrebbero compiuto errori nella formulazione dei nomi durante le operazioni di soccorsi. I giornali riportano anche le storie di alcune vittime, tra cui ci sono anche autotrasportatori. Tra i morti, è stato riconosciuto Gerasimo Gazantzidi di 55 anni. Il giornale online Sigmaline ha intervistato il figlio, che è venuto in Italia a riconoscere la salma del padre. L'ultima volta che lo ha sentito è stato alle 5:05 della mattina dell'incidente, quando il padre ha telefonato a casa avvertendo dell'incendio a bordo e che stava salendo su una scialuppa. Una storia simile a quella del camionista siciliano, ancora disperso, Giuseppe Mancuso.
Il giornale prothotema.gr riporta i nomi di tre autisti greci di cui non si hanno notizie. Sono storie che mostrano uomini che avrebbero voluto trascorrere le feste natalizie in famiglia, ma che hanno deciso di partire per guadagnare qualche euro in più, in una situazione economica drammatica, che ha colpito anche l'autotrasporto. Gianni Sophos di 49 della Beozia (regione della Grecia continentale) guidava un articolato frigorifero. Nella sua ultima ultima telefonata alla famiglia ha annunciato che era scoppiato l'incendio, poi è sparito. Un collega afferma che forse è riuscito a imbarcarsi su una scialuppa.
Vasili Tsami, di 54 anni, e Gianni Simeonion, di 53 anni, sono della zona di Salonicco. Del primo, si sa che lavorava da tanti anni nel trasporto internazionale e alcune testimonianze dicono che si è molto prodigato per aiutare gli altri passeggeri. Il secondo lascia una moglie e due fili. Uno di loro è volato in Italia per trovare il padre, che però risulta ancora tra i dispersi.
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