Mentre prosegue l’indagine aperta dalla Procura di Milano nei confronti di Vincenzo Onorato, ritenendo che abbia usato per scopi personali fondi della Moby, l’armatore si sta muovendo in due direzioni. La prima è raggiungere un accordo con gli obbligazionisti della compagnia marittima per arrivare con una posizione solida all'adunanza dei creditori di metà dicembre 2021, che dovrà decidere sulla proposta di concordato preventivo. Su questo versante, Moby ha annunciato un primo successo, che consiste in un accordo con un gruppo di obbligazionisti. Si tratta di un memorandum d’intesa firmato il 21 settembre da Moby, Compagnia Italiana di Navigazione e Onorato Armatori con i detentori del 33% delle obbligazioni per 300 milioni di euro che scadranno nel 2023. In una nota, la compagnia spiega che il memorandum prevede l’impegno delle parti ad avviare una trattativa che tra gli obiettivi ha anche quello di “fornire le risorse finanziarie ulteriori necessarie per sostenere un nuovo piano di ristrutturazione finanziaria da presentare ai creditori del Gruppo Moby”.
La seconda azione intrapresa da Onorato è di tipo legale e consiste in una denuncia per estorsione, presentata a New York, nei confronti di due operatori finanziari di Morgan Stanley. Secondo l’agenzia Bloomberg, che ha riportato la notizia, la compagnia avrebbe delle registrazioni vocali che mostrerebbero la volontà dei due operatori di assumere il controllo di Moby. L’agenzia spiega che Morgan Stanley deteneva il 10% delle obbligazioni di Moby e i due operatori avrebbero voluto ostacolare il programma di risanamento extra-giudiziario. Programma che poi non è stato attuato, i quanto Moby e Cin hanno chiesto il concordato preventivo. Nella denuncia, Moby chiede ai giudici statunitensi di accedere ai benefici del Chapter 15, la norma che protegge le società dai creditori e vieta agli operatori finanziari di acquistare o vendere i titoli debitori, asset della società e d’interferire in qualsiasi modo sul programma di ristrutturazione.