La Gazzetta Ufficiale numero 232 del 3 ottobre 2024 ha pubblicato il Decreto legislativo 141/2024, che riforma il Codice Doganale. Il 7 ottobre, la comunità portuale della Spezia denuncia che questo testo prevede “sanzioni penali e non amministrative, confisca delle merci e il rischio quasi certo di essere rinviati a giudizio anche per errori formali che nei fatti verrebbero equiparati al reato di contrabbando”. Un quadro definito “desolante” da un porto che, negli ultimi anni, ha costruito la sua competitività su una solida collaborazione tra Dogane e operatori, estesa anche al retroporto di Santo Stefano Magra.
Secondo la comunità, il nuovo Codice Doganale penalizza l'intera filiera portuale, logistica e del trasporto, trasformando le sanzioni di tipo amministrativo in reati di contrabbando. Aggiunge che la nuova normativa, che si concentra esclusivamente sulle sanzioni - tutte le altre tematiche doganali sono ormai di competenza della normativa comunitaria - introduce un inasprimento che rischia di compromettere la competitività del porto di La Spezia e degli altri porti italiani.
"Le conseguenze saranno devastanti", sottolineano gli operatori spezzini. "L'inevitabile fuga di carichi e merci verso altre Dogane comunitarie, con un approccio meno radicale, porterà alla perdita di consistenti entrate derivanti dai dazi doganali, che finiranno nelle casse di altri Paesi europei." Il nuovo Codice, quindi, potrebbe innescare una reazione a catena che sposterebbe il traffico merci su altri porti comunitari, compromettendo ulteriormente la posizione già delicata dell'Italia nel contesto logistico europeo.
Le criticità del nuovo Codice doganale non si fermano qui. La comunità portuale della Spezia sottolinea come la nuova normativa potrebbe generare distorsioni di mercato a scapito delle imprese italiane, specialmente nei porti e nelle aree logistiche come quella spezzina, che avevano costruito un sistema efficiente e meno burocratizzato grazie a un rapporto lineare con le Dogane. "Oggi, la Dogana è di fatto estromessa dai contenziosi e dalla valutazione delle sanzioni", aggiungono gli operatori.
La comunità aggiunge che la complessità del sistema giudiziario aggrava ulteriormente la situazione: solo otto Tribunali in Italia hanno personale con competenze specifiche per gestire le procedure doganali, il che rende difficile garantire tempi e costi compatibili con le esigenze delle catene logistiche, dei porti e dei flussi di import-export del Paese.
Ecco il testo completo del Nuovo Codice Doganale