Durante la presentazione dei primi risultati del 2023, il Ceo di Maersk Vincent Clerc, ha parlato anche della crisi del Mar Rosso, soffermandosi sull'efficacia delle attività militari coordinate dagli Stati Uniti e sulle possibili interruzioni della filiera dei rifornimenti dalla Cina all’Europa. Nel primo caso, Clerc ha affermato che l’attuale dispositivo militare non garantisce la sicurezza della navigazione. In un’intervista a Bloomberg Tv, ha precisato che in questo momento la situazione è “in escalation” e che non esiste una chiara visione di quando sarà possibile riprendere la normale navigazione attraverso il Mar Rosso.
Nell’intervista, Clerc ricorda gli attacchi subiti dalle portacontainer di Maersk, tra cui la Maersk Hangzhou colpita il 30 dicembre. “Ora non stiamo vedendo un picco degli attacchi, al contrario vediamo che sono aumentati negli ultimi giorni e cresce il loro raggio d’azione”, aggiunge. “Non si capisce quando e come la comunità internazionale potrà mobilitarsi e garantire un transito sicuro”. Quindi per alcune settimane Maersk continuerà ad aggirare l’Africa per la sicurezza degli equipaggi, delle navi e dei carichi.
Per quanto riguarda i traffici, Clerc afferma che la crisi del Mar Rosso non sta causando ostacoli alla domanda di trasporto e che anzi prevede un aumento del trasporto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Non rivedremo comunque lo scenario del Covid”, precisa, perché non si sono congestioni nei porti ma un reindirizzamento delle navi su una rotta più lunga. Finora, la compagnia ha attenuato l’impatto di questa deviazione grazie alla mobilitazione di capacità in eccesso, pari a circa il due perento, e aumentando la velocità delle navi”. Durante l’anno entreranno in servizio nuove portacontainer, che aumenteranno la capacità del 2-3% al mese, permettendo così di ridurre la velocità.
Però, se la nuova stiva aiuterà ad affrontare la crisi del Mar Rosso, Clerc prevede che nel corso del 2024 causerà comunque uno squilibrio che potrebbe durare fino al 2026, a sfavore dell’offerta. Inoltre, quando la crisi del Mar Rosso terminerà, le compagnie dovranno affrontare costi per riportare le navi alla normale rotazione e riposizionare i container. Anche sulla questione dei noli, Clerc non mostra entusiasmo. Ammette che sono aumentati grazie alla crisi del Mar Rosso, ma il futuro è incerto e non si sa né quanti costi bisognerà ancora sostenere e né per quanto tempo la compagnia potrà beneficiare dell’attuale aumento dei ricavi.
Intanto, come abbiamo accennato, Maersk ha diffuso i primi dati sull’andamento finanziario del 2023. I numeri sono in forte discesa: i ricavi sono crollati del 37% rispetto all’anno precedente, toccando 51,1 miliardi di dollari, e l’Ebidta ha ceduto addirittura del 74% a 9,6 miliardi. La comunicazione di questi risultati non è piaciuta alla Borsa, dove Maersk ha perso l’8 febbraio 2024 fino al 17%. L’attuale situazione d’incertezza produce una forbice nelle previsioni per il 2024 molto ampia: da 1 a 6 miliardi di dollari per l’Ebidta.
Per affrontare l’attuale situazione, Maersk ha deciso di sospendere il programma di riacquisto delle sue azioni e di avviare la scissione della società di rimorchio Svitzer. Nella nota che accompagna i numeri, la compagnia spiega che “il 2023 è stato un anno di transizione a seguito dello straordinario boom del mercato causato dalla pandemia. Abbiamo ottenuto solidi risultati finanziari nonostante le circostanze significativamente cambiate e siamo ben posizionati per gestire le difficoltà previste nel 2024. Adottando misure tempestive e decisive per imporre una rigorosa gestione dei costi, ci siamo adattati alla nuova realtà. Dobbiamo vedere ulteriori progressi nel settore della logistica per allinearci ai nostri obiettivi, mentre continuiamo a portare avanti la nostra trasformazione e a migliorare la nostra competitività. Il mercato attuale rimane caratterizzato da volumi robusti, ma mentre la crisi del Mar Rosso ha causato vincoli immediati di capacità e un aumento temporaneo delle tariffe, alla fine l’eccesso di offerta nella capacità di spedizione porterà a una pressione sui prezzi e avrà un impatto sui nostri risultati. Le continue interruzioni e la volatilità del mercato sottolineano la necessità di resilienza della catena di fornitura, confermando ulteriormente che il percorso di Maersk verso la logistica integrata è la scelta giusta per consentire ai nostri clienti di gestire efficacemente queste sfide”.
Parlando dei diversi settori, quello Ocean (trasporto marittimo) “ha riscontrato una forte affidabilità dei programmi e i continui sforzi per ridurre i costi hanno contribuito ad alleviare gli ostacoli derivanti dal rapido aumento dell’offerta. I risultati finanziari erano ancora forti grazie al forte contenimento dei costi, ma si sono erosi nel corso dell'anno, poiché le continue condizioni di mercato difficili hanno portato a tariffe di trasporto sostanzialmente più basse”. Difficoltà anche per Logistics e Services, settori che “hanno continuato ad acquisire nuovi ordini, ma la riduzione delle scorte all'inizio dell'anno, seguita da tariffe più basse, ha portato ad una diminuzione dei ricavi. La redditività è diminuita rispetto al 2022 e una maggiore enfasi sulla gestione dei costi ha contribuito a proteggere i margini e a reimpostare la base dei costi”. I migliori risultati vengono dai terminal, che “hanno continuato la loro prestazione costante e hanno assicurato un altro anno molto positivo. Nonostante il calo dei ricavi di stoccaggio dovuto alla normalizzazione del mercato, l’esecuzione diligente dell’eccellenza operativa, il controllo dei costi, gli aumenti dei prezzi e l’utilizzo hanno portato a un ritorno sul capitale investito (Roic) del 10,5%, superiore agli obiettivi a medio termine”.