Il tentativo di spegnere l'incendio scoppiato il sei gennaio 2018 sulla petroliera Sanchi (IMO:9356608) dopo l'impatto contro la rinfusiera CF Crystal (IMO 9497050) è fallito e domenica 14 gennaio il relitto si è inabissato, lasciando ancora fiamme sul mare e un'enorme chiazza di petrolio leggero contenuto nelle sue stive. Non c'è neppure alcuna speranza di trovare i trentadue membri dell'equipaggio, che finora erano dati per dispersi. Intanto, le Autorità cinesi hanno recuperato la scatola nera della nave, che potrà essere utile a chiarire le cause del naufragio.
Ora, l'attenzione si sposta sul disastro ambientale che può causare la dispersione in mare del petrolio. La stiva della petroliera ne trasportava 136mila tonnellate, parte delle quali sono bruciate, oppure disperse nell'aria e nel mare. La televisione cinese CCTV afferma che intorno all'incendio si è creata una macchia di petrolio ampia almeno dieci chilometri quadrati e ora sono iniziate le operazioni per circoscriverla. In questi giorni, il vento ha spinto il relitto lontano dalle coste cinesi, verso il Giappone. Questo è il più grande sversamento di petrolio in mare dopo quello di 260mila tonnellate avvenuto nel 1991 al largo delle coste angolane.
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