Nei primi sei mesi del 2019 il gruppo Moby ha aumentato i ricavi nel cargo nonostante i metri lineari trasportati siano diminuiti, mentre più in generale migliorano le cifre delle compagnie di navigazione controllate dalla famiglia Onorato. Secondo i risultati resi pubblici a settembre, la Balena blu ha chiuso il primo semestre con ricavi di 253,6 milioni di euro (oltre 20 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2018), con un Ebitda positivo per 47,8 milioni (era negativo per 8,8 milioni un anno prima); il risultato ante imposte è negativo per 1,7 milioni (era -39,3 milioni) e il risultato finale è pari a 27,4 milioni di perdita, un rosso quasi dimezzato rispetto ai -60,2 milioni al 30 giugno 2018. Le entrate derivanti dalle attività merci sono salite di 8,2 milioni di euro (da 73,5 a 81,7 milioni di euro) nonostante i metri lineari trasportati siano calati del dell'11,6% (da 3,9 a 3,5 milioni di metri lineari) e ciò conferma l'orientamento del gruppo di aumentare le tariffe a costo di perdere quote di mercato (come è previsto nel piano 2018-2023). Contribuisce positivamente ai conti di Moby anche il noleggio di navi (in totale 8 milioni di euro) grazie in particolare al sub-charter della nave Alf Pollak a DFDS.
Hanno fatto lievitare le entrate anche le cessione dei due traghetti Aurelia e Hartmutt Puschamn con conseguenti plusvalenze per 14,2 milioni di euro (rispettivamente 4,7 e 9,9 milioni). L'aumento di 20,3 milioni dei ricavi (+8,7%) è attribuibile in larga parte ai passeggeri (+16,6 milioni) e per il resto alla divisione portuale (3,4 milioni) che beneficia dell'acquisto di Porto Livorno 2000. Nel secondo semestre dell'anno i conti di Moby sono destinati a migliorare ulteriormente perché, sempre dal rapporto semestrale, si apprende che la cessione del ro-ro Barbara Krahulik a luglio e la prossima cessione dei due traghetti Moby Aki e Moby Wonder a DFDS (previsto entro fine ottobre) genereranno ulteriori plusvalenze per oltre 40 milioni di euro.
Sul fronte legale non si segnalano novità di rilievo rispetto alle rate non pagate per l'acquisto di Tirrenia da parte di Moby (avvenuta nel 2012), né sul verdetto atteso dalla Commissione Europea sui contributi pubblici così come sulla sentenza Antitrust per abuso di posizione dominante (si attende un ricalcolo della sanzione). Appena pochi giorni fa, precisamente l'11 settembre, i commissari di Tirrenia in Amministrazione Straordinaria hanno dovuto soccombere di fronte al tribunale di Roma dove non è stato accolto il loro ricorso per impegnare Moby a versare una garanzia di 55 milioni di euro per la prima rata non pagata per l'acquisto dell'ex compagnia pubblica. A breve è attesa la relativa sentenza.
Nicola Capuzzo
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