La prima settimana di ottobre 2022 conferma la caduta verticale dei noli per il trasporto marittimo dei container tra Asia ed Europa, ma anche su altre importanti rotte. A livello globale, l’indice composito di World Container Index redatto da Drewry mostra al 6 ottobre un calo settimanale dell’otto percento, portando così a 32 le settimane consecutive di riduzione. In concreto, ciò significa un nolo medio per container da 40 piedi di 3689 dollari, ossia il 64% in meno rispetto al valore di settembre 2021 e l’uno percento meno rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Ma siamo ancora ben sopra il livello prepandemico della media del 2019, che era di 1420 dollari.
Ma questo è l’indice globale. Se consideriamo solo le rotte dall’Asia all’Europa, il nolo tra Shanghai e Rotterdam è sceso in una settimana di ben il 13% (e in un anno del 68%), attestandosi su 4724 dollari, mentre quello tra Shanghai e Genova mostra un calo percentuale inferiore a livello settimanale (del 6%), ma analogo a quello annuale (-64%), attestandosi a 4912 dollari. Freccia in basso anche sulle rotte transpacifiche, col nolo tra Shanghai e Los Angeles sceso in una settimana a 2995 dollari (-9%) e quello tra Shanghai e New York a 6887 dollari (-5%).
Restano invece in aumento i noli transatlantici, che riflettono l’aumento dei traffici tra Europa e Stati Uniti, stimolato anche le sanzioni alla Russia provocate dalla guerra in Ucraina. Spedire un container da 40 piedi da Rotterdam a New York costa mediamente 7252 dollari, con un aumento settimanale del 3% e annuale del 17%. Cresce anche il nolo nella rotta inversa (+4% settimanale e +17% annuale), anche se è nettamente inferiore in termini assoluti (1255 dollari).
La società d’analisi Xeneta ritiene “sorprendente” questa evoluzione. Riferendosi ai noli spot transpacifici, il capo analista Peter Sand spiega che “gli spedizionieri, che sono stati a lungo con le spalle al muro nelle trattative, stanno assistendo a una svolta del mercato molto più rapida di quanto molti avessero previsto. Ora possono movimentare tre container da 40 piedi al prezzo che pagavano per uno solo fino a pochi mesi fa. I vettori, d'altro canto, sembrano impotenti nel tentativo di proteggere le tariffe, visto che le numerose partenze in bianco non riescono ad attenuare la precipitosa curva discendente”.
Xeneta sottolinea che stanno scendendo anche i sovrapprezzi imposti dalle compagnie sul trasporto di container, che in precedenza avevano subito enormi aumenti. "I supplementi stanno diminuendo anche più rapidamente delle tariffe di base", spiega Sand. "Per esempio, i sovrapprezzi medi per la congestione e la stagione di punta nei contratti spot sono scesi a circa 6 dollari per feu. Molti caricatori non li pagano affatto, mentre altri possono pagare più della media. Ma ciò che è davvero notevole è che il 1° ottobre erano rispettivamente di 680 dollari per feu e 490 dollari”.
I noli calano per la riduzione della domanda di trasporto, causata dall’attuale situazione economica globale. Ciò comporta anche una drastica riduzione dei ritardi delle portacontainer, che erano aumentati soprattutto tra il 2020 e il 2021. Secondo Sea-Intelligence, i problemi legati alla congestione della filiera sono dimezzati rispetto a gennaio di quest’anno e prevede un ritorno alla normalità entro marzo 2023, ferme restando le condizioni attuali. Il dato più recente sulle percentuali di ritardo riguarda agosto 2022, quando arrivarono in orario il 46,2% delle portacontainer, il cinque percento in più rispetto al mese precedente. Anche il tempo di ritardo è migliorato, passando alla media di 5,86 giorni, ossia 0,57 meno di luglio. La compagnia più puntuale resta Maersk (53%), seguita da Cma Cgm (46%). Altre sei compagnie ( Hamburg Sud, Msc, Cosco, Zim, Evergreen e Hmm) si attestano intorno al 40%.