Il porto di Ambarli (Istanbul), uno dei principali hub per il traffico container della Turchia, è stato teatro di un grave incidente il 23 dicembre 2024, quando la portacontainer Amnah si è capovolta durante le operazioni di carico. Secondo le prime ricostruzioni, l'incidente è avvenuto intorno alle 4:00 del mattino, quando la nave ha iniziato a inclinarsi pericolosamente a causa di un'errata distribuzione del carico dei container. La nave, che operava sotto bandiera delle Comore, era gestita da una società con sede in Belize e fino a ottobre 2024 apparteneva alla compagnia russa Fesco. Questo cambio di proprietà recente ha portato a interrogativi sulle condizioni di manutenzione e sulle pratiche operative adottate a bordo.
Le operazioni di soccorso sono state immediatamente attivate dalle autorità portuali. Dei quindici membri dell'equipaggio presenti a bordo, dieci sono stati tratti in salvo dalle squadre di emergenza, mentre altri cinque si sono gettati in acqua riuscendo a raggiungere la riva. Solo un membro ha riportato lievi ferite. Le Autorità hanno rapidamente dispiegato barriere galleggianti per prevenire fuoriuscite di carburante, cercando di minimizzare il rischio di danni ambientali.
Tuttavia, l'impatto dell'incidente non si è limitato al piano umano e ambientale. Numerosi container sono caduti in mare durante il ribaltamento, causando un'interruzione delle operazioni portuali. Ambarli, il più grande porto container della Turchia e uno dei pochi in grado di accogliere navi di lunghezza superiore ai 300 metri, è rimasto paralizzato, con ripercussioni sulla catena logistica regionale e internazionale. Le Autorità turche hanno avviato un'indagine approfondita per determinare le cause precise dell'incidente, ponendo particolare attenzione alle procedure di carico e alla distribuzione del peso.
La portacontainer Amnah (IMO 9126259) è stata costruita nel 1996. È lunga 101 metri e larga 18 metri, con capacità di 508 teu. Prima del suo affondamento operava per trasporti feeder tra porti turchi nel Mar di Marmara.