L'istituzione dei punti franchi è prevista dalla Legge 84/94 del 1994, ma finora nessuno ha potuto attivarli perché mancavano i provvedimenti attuativi, firmati questa mattina dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio. La firma è avvenuta a Trieste, che è la città che si è mossa di più per ottenere questo istituto. "Questa è una data epocale, perché in meno di un anno abbiamo reso operativo uno strumento che per 23 anni nessuno ha avuto la forza, ma soprattutto la voglia, di portare a compimento" ha dichiarato il presidente dell'ASP del Mare Adriatico Orientale, Zeno D'Agostino.
Il Decreto semplifica la gestione dei punti franchi e riconosce gli atti passati sullo stato del porto di Trieste, ossia l'Allegato VIII del Trattato Internazionale di pace del 1947, il memorandum di Londra del 1954 e i decreti del commissario del Governo del 1955 e del 1959. "Questi atti testimoniano da parte governativa la vocazione internazionale dello scalo giuliano, come unicum nel panorama del nostro Paese", scrive l'Autorità. Il decreto assegna anche all'ASP del Mare Adriatico Orientale il potere di modificare l'area dei punti franchi.
Nella nota diramata oggi, l'Autorità precisa anche di avere "il potere di autorizzare le attività di manipolazione e trasformazione industriale delle merci nei punti franchi, fornendo assistenza tecnica agli investitori. Potrà inoltre riorganizzare le aree del Porto Franco per rispondere alle molteplici esigenze del commercio internazionale, prevedendo l'individuazione di aree specifiche da destinare alle attività industriali quali stoccaggio, manipolazione, trasformazione, e di aree in cui concentrare le attività del settore logistico legate al transito della merce".
Sul versante dei collegamenti esterni al porto, l'Autorità può potenziare quelli ferroviari e vigilare sul rispetto delle regole di utilizzo delle infrastrutture. Inoltre, l'ASP può attuare forme di promozione internazionale e di formazione. "Il Porto Franco ha quasi trecento anni ma con questo decreto lo abbiamo riportato a nuova vita", aggiunge D'Agostino. "Ora potremo dare certezze agli investitori internazionali e far diventare questo status una leva strategica da integrare con i poteri di pianificazione e i compiti di promozione propri dell'ente per un vero decollo del porto e del suo sistema logistico in ambito internazionale. Penso soprattutto agli sviluppi della Via della Seta, da oggi potremo giocare un ruolo finalmente decisivo: non saremo più solo un porto, ma un nodo chiave delle catene logistico industriali globali".
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