Il 15 luglio 2021 è stata una giornata drammatica per il porto di Ravenna, che ha vissuto ben due incidenti mortali sul lavoro. Il primo è avvenuto nell’impianto della Marcegaglia, dove nella tarda mattinata un operaio di 63 anni, dipendente di una ditta esterna, è stato schiacciato da una bobina d’acciaio pesante una tonnellata e mezzo. L’incidente è avvenuto in un’area di stoccaggio mentre un carroponte stava spostando il coil. Secondo una dichiarazione di un rappresentante della Rsu, il carroponte non ha la rotazione elettrica del gancio, operazione che quindi deve essere svolta a mano in uno spazio definito angusto.
Il secondo evento è avvenuto nel cargo Argo I, con bandiera panamense, mentre era ancorato in rada prima di entrare in porto. Nel pomeriggio il direttore di macchina della nave, un egiziano di 44 anni, è rimasto vittima di un incidente che secondo le prime ricostruzioni sarebbe stato causato dall'esplosione di un tubo collegato al motore, su cui l’uomo stava lavorando. Quando sono arrivati i soccorsi, il marittimo era già deceduto.
Dopo i due incidenti, i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato scioperi territoriali per il 16 luglio per lavoratori portuali e marittimi, spiegando che “questi ennesimi incidenti impongono a tutto il Paese una riflessione vera e profonda che possa dare delle risposte non più procrastinabili affinché si ponga fine a questa lunga scia di sangue. Vanno realizzati maggiori e specifici investimenti attraverso una rivisitazione dei cosiddetti Dvr (documenti di valutazione dei rischi) che devono essere aggiornati per comprendere, evidentemente, le giuste attenzioni a tutte quelle dinamiche scatenanti gli infortuni sul lavoro”.