Dopo il crollo dei noli marittimi dei container spot ora tocca a quelli dei contratti a medio e lungo termine, il cui andamento è analizzati dalla società norvegese Xeneta. In una nota del 31 gennaio, comunica che nel primo mese del 2023 lo Xeneta Shipping Index ha ceduto il 13,3% rispetto al mese precedente. È il valore negativo maggiore da quando esiste questa rilevazione e la quinta flessione mensile consecutiva. Però bisogna considerare che a dicembre 2022 il calo è stato solo dello 0,1%.
Il Ceo di Xeneta, Patrik Berglund, non è sorpreso di questo risultato, che dipende dalla diminuzione della domanda globale di trasporto marittimo su container, dall’eccesso di stiva e dalla difficile situazione macroeconomica e geopolitica. La situazione è aggravata dal fatto che all’inizio del 2023 sono scaduti molti contratti a medio e lungo termine e gli spedizionieri hanno spinto i vettori a forti riduzioni dei noli.
“Ma il peggio deve ancora venire”, ammonisce Berglund. Altri contratti scadranno ad aprile e quindi “i prossimi ribassi si potranno scrivere nel libro dei record”. I vettori non possono sperare neppure in una riequilibrio tra domanda e offerta di trasporto, perché da un lato le condizioni economiche non sono ottimiste, dall’altro è previsto nel 2023 il varo di nuove grandi portacontainer.
Analizzando l’andamento di gennaio a livello regionale, il maggior calo percentuale è apparso per le esportazioni dell’Estremo oriente, il cui indice ha perso il 18,1%. L’indice delle importazioni in Europa ha ceduto del 17% per le destinazioni del nord Europa e del 15% per quelle del Mediterraneo. Comunque su base annua l’indice resta ancora positivo del 40%. Valori simili si registrano per l’indice delle importazioni negli Stati Uniti (-15,8%).