Il sistema portuale di Venezia riprova a lanciare un nuovo approdo per portacontainer che a differenza di quello offshore disegnato qualche anno fa, avrebbe una capacità più limitata, potendo ospitare navi fino a 8500 teu. È il progetto battezzato Montesyndial, dal nome delle due aree industriali dismesse a Marghera su cui potrebbe sorgere, ossia la Montefibre e la Syndial.
Il presidente dell’Asp del Mare Adriatico Settentrionale e commissario straordinario per questo progetto, Lino Di Blasio, lo ha illustrato il 29 marzo 2022 alla Commissione Trasporti della Camera, precisando che sono in atto le attività propedeutiche, ossia le demolizioni e le opere idrauliche. Il costo totale dell’opera sarà di 184,5 milioni di euro e il terminal potrà essere operativo entro cinque anni.
Questo terminal ha l’ambizione di far parte di un progetto più ampio, che dovrebbe permettere al sistema portuale veneziano di ospitare portacontainer con pescaggio superiore a 11,5 metri. Intanto però, il Montesyndial potrà operare in modo autonomo sia come scalo delle navi, sia come piattaforma logistica e intermodale. Sorgerà su un’area di 90 ettari, ricavata dalla bonifica delle aree industriali e dell’interramento per 35 metri della sponda del Canale Industriale Ovest, per ricavare una banchina lunga 1400 metri equipaggiata con gru ship-to-shore e piazzali di stoccaggio di container.