Dopo dodici giorni di sciopero indetti a gennaio e febbraio 2025 nei porti francesi, i sindacati (tra cui spicca Fnpd-Cgt) proseguiranno la mobilitazione anche a marzo. I portuali si stanno opponendo alla riforma delle pensioni, che prevede anche per loro l’aumento dell’età pensionabile. Oltre alla questione pensionistica, gli scioperi sono alimentati anche da una generale insoddisfazione per le condizioni di lavoro nel settore portuale. I lavoratori chiedono anche salari più alti, una riduzione dell'orario di lavoro e maggiori tutele per la salute e la sicurezza. Un ulteriore elemento di tensione è rappresentato dalla privatizzazione di alcune attività lavorative, come quella dei gruisti, che in precedenza erano gestite pubblicamente.
Gli scioperi coinvolgono tutti gli scali, compresi gli importanti hub container di Marsiglia Fos e di Le Havre, dove la movimentazione dei contenitori ha subito un forte rallentamento, con conseguenze anche sul trasporto terrestre. L’onda dei disagi è giunta sino in Italia, soprattutto per le spedizioni provenienti dal Marocco e da Israele. Se gli scioperi proseguiranno anche nelle prossime settimane, le compagnie potrebbero decidere di dirottare le portacontainer negli altri porti, sia dell’Atlantico, sia del Mediterraneo. L'associazione delle imprese di logistica Tlf e quella degli spedizionieri Autf hanno espresso preoccupazione per le conseguenze economiche degli scioperi.