La vertenza dei portuali britannici si riscalda ulteriormente. Dopo il primo sciopero organizzato dal sindacato britannico Unite nel porto di Felixstowe dal 21 al 29 agosto 2022, i portuali ne hanno approvato un secondo, dal 27 settembre al 5 ottobre, dopo avere respinto l’offerta della società terminalista di un aumento delle retribuzioni del 7% e una una tantum di 500 sterline. Se già il primo fermo di 1900 portuali ha causato gravi danni al più importante terminal container dell’isola, stimato in oltre 800 milioni di euro, il secondo potrebbe essere ancora più grave, perché si sovrapporrà con quello dei portuali di Liverpool, che lo hanno indetto per ben due settimane, dal 19 settembre al 3 ottobre.
In entrambi i casi, i lavoratori chiedono un aumento delle retribuzioni per coprire l’inflazione, che in Gran Bretagna potrà raggiungere entro la fine del 2022 il 13%. Il sindacato chiede un incremento di almeno il 10%. A Liverpool lo sciopero è stato votato dal 99% di un’assemblea che ha visto una partecipazione dell’88% dei lavoratori. Secondo alcuni analisti, l’azione simultanea dei due scioperi potrebbe bloccare oltre la metà del flusso d’importazione ed esportazione dei container e ripercuotersi anche sui porti continentali, che riceverebbero le portacontainer dirottate dalla Gran Bretagna.
Un’analisi sull’impatto del primo sciopero di Felixstowe fatta da Vasselvalue mostra che i tempi medi di attesa delle portacontainer sono balzati da dieci a trenta ore e nello stesso tempo è aumentato il numero dei container dirottati sui porti continentali, soprattutto tedeschi e belgi. Vasselvalue raccomanda quindi a tutti gli operatori della logistica di preparasi alla tempesta sindacale riorganizzando le attività.
Non soffrirà solo il trasporto marittimo, ma l’intera filiera logistica terrestre e, di conseguenza, l’approvvigionamento delle industrie e dei cittadini. Ogni giorno circa tremila veicoli industriali gravitano su Felixstowe e mille su Liverpool e il fermo dei due porti colpirà il fatturato degli autotrasportatori di container. Infatti, gli altri due importanti terminal britannici, Southampton e London Gateway, non potranno assorbire questo eccesso di camion, causando una guerra tariffaria e un aumento della percorrenza a vuoto.