La società terminalista di Singapore Psa International ha chiuso il 2024 con un risultato storico: per la prima volta nella sua storia ha superato la soglia dei 100 milioni di teu movimentati. Un traguardo che conferma la centralità del gruppo nel panorama mondiale della logistica portuale, ma che arriva in un contesto finanziario non privo di sfide. Il risultato netto, infatti, ha subito una contrazione, scendendo del 25,2% rispetto all’anno precedente. Una contraddizione solo apparente, che riflette le complessità dell’attuale scenario globale.
Nel dettaglio, Psa ha movimentato 100,2 milioni di teu, con un aumento del 5,6% rispetto al 2023. Il terminal di Singapore ha contribuito con 40,9 milioni di container (+5,5%), mentre gli impianti internazionali del gruppo hanno raggiunto i 59,2 milioni (+5,7%). È la prima volta che il gruppo supera la soglia simbolica dei 100 milioni di teu, un risultato che assume un significato particolare alla luce delle turbolenze geopolitiche, dei conflitti in corso, della volatilità dei mercati e degli effetti ancora tangibili delle recenti crisi nelle catene globali di approvvigionamento.
Dal punto di vista finanziario, i ricavi sono cresciuti dell’8,9%, raggiungendo i 7,7 miliardi di dollari di Singapore (circa 5,2 miliardi di euro). Tuttavia, l’utile operativo si è ridotto del 3,7%, mentre l’utile prima delle imposte è sceso del 22,7%. Il dato più evidente è però la diminuzione dell’utile netto, che si è attestato a 1,095 miliardi di dollari (circa 740 milioni di euro) rispetto agli oltre 1,4 miliardi dell’anno precedente (circa 945,5 milioni di euro). Secondo quanto comunicato dalla società, la contrazione deriva in parte all’aumento dei costi operativi e in parte a una svalutazione contabile di assetti immateriali, necessaria per allineare i valori di bilancio a prospettive economiche più caute. Nonostante ciò, la posizione finanziaria del gruppo rimane solida, con un rapporto debito/patrimonio netto contenuto a 0,51, segnale di una struttura patrimoniale equilibrata.
In una nota, il presidente del gruppo, Peter Voser, ha parlato di un anno segnato da tensioni commerciali, cambiamenti climatici estremi e instabilità finanziaria. Un contesto che, a suo avviso, richiede una decisa accelerazione degli investimenti in infrastrutture, tecnologie e alleanze strategiche. Voser ha sottolineato come il futuro della logistica globale non possa più basarsi su modelli tradizionali e debba invece puntare su soluzioni interconnesse e sostenibili. Solo adottando una mentalità trasformativa, ha dichiarato, sarà possibile co-creare catene di fornitura capaci di adattarsi alle discontinuità e alle emergenze del mondo contemporaneo.
Sulla stessa linea, il Ceo Ong Kim Pong ha elogiato i risultati raggiunti e il lavoro del team, sottolineando il ruolo centrale della strategia Node to Network. Questo approccio mira a trasformare i porti, oggi spesso operanti come entità isolate, in nodi integrati di una rete logistica coordinata, flessibile e intelligente. Una rete capace di mantenere la fluidità dei flussi commerciali anche in presenza di eventi critici. Il superamento dei 100 milioni di teu, ha spiegato Ong, è la dimostrazione tangibile dell’efficacia di questo modello.
Guardando al futuro, Psa intende rafforzare la propria posizione al vertice globale puntando su innovazione digitale, sostenibilità ambientale e maggiore integrazione dei servizi lungo tutta la catena logistica. L’obiettivo è contribuire alla costruzione di filiere produttive più resilienti e a basse emissioni, in grado di rispondere alle esigenze di un commercio internazionale sempre più complesso e interdipendente. Il gruppo ha già avviato progetti mirati alla riduzione dell’impatto ambientale, all’uso di energie rinnovabili nei terminal, e all’introduzione di tecnologie per l’elettrificazione delle banchine e la digitalizzazione dei flussi.