La rilevazione del Drewry Container Index diffusa il 25 gennaio 2024 mostra che prosegue l’aumento dei noli del trasporto marittimo dei container, però la percentuale d’incremento è minore rispetto alle due settimane precedenti. I noli medi tra Shanghai e Genova e tra Shanghai e Rotterdam sono entrambi aumentati dell’1%, raggiungendo rispettivamente 6.363 e 4.984 dollari per un container da 40 piedi. Appare però un aumento percentuale maggiore sulla rotta inversa, tra Rotterdam e Shanghai, dove il nolo medio ha superato i mille dollari per feu (1.028 dollari), con un aumento del 5%.
In questa settimana sono stati maggiormente penalizzati i trasporti dall’Asia agli Stati Uniti. Il nolo tra Shanghai e Los Angeles è aumentato a doppia cifra (+13%), superando ampiamente i 4.000 dollari per feu (4.440 dollari). Più contenuto, ma comunque rilevante, è l’aumento del nolo tra Shanghai e New York, cresciuto del 9% a 6.143 dollari. Salgono anche i noli transatlantici: quello tra Rotterdam e New York è aumentato del 5% a 1.576 dollari e quello nella direzione inversa è aumentato dell’1% a 615 dollari per feu.
La crisi del Mar Rosso ha spostato quasi tutte le portacontainer delle principali compagnie sulla rotta di Capo di Buona Speranza, causando una riorganizzazione dei servizi dall’Asia all’Europa, da cui appaiono penalizzati i porti del Mediterraneo. Lo ha fatto Msc cambiando i servizi Dragon, Phoenix e Jade. La compagnia svizzera afferma anche che aggiungerà portacontainer per compensare il maggior tempo di viaggio. Cma Cgm ha cambiato il servizio Nemo che collega l’Australia con l’Europa.
Tra i porti del mediterraneo più penalizzati spicca quello del Pireo, che è lo hub della compagnia cinese Cosco. Secondo un dichiarazione fatta dal presidente della Camera di Commercio di Atene, Yannis Chatzitheodosiou, dall’inizio della crisi lo scalo ha perso oltre 200mila container, a causa della circumnavigazione dell’Africa. La rotta di Capo di Buona Speranza comporta per il Pireo un aumento del viaggio tra dieci e venti giorni, con un costo che tocca i 6.500 dollari per container.
Dall’inizio della crisi al 24 febbraio, sarebbero 562 le navi che hanno dirottato dal Canale di Suez alla circumnavigazione dell’Africa. Lo afferma Flexport, precisando che la capacità totale di queste portacontainer è di 7,6 milioni di teu, pari a quasi un quarto di quella globale.