Il 3 giugno 2020 gli italiani possono viaggiare liberamente tra le Regioni. Ma per la Sardegna la situazione è poco chiara a causa di un Decreto eemanato la sera prima dei ministeri della Salute e dei Trasporti, già soprannominato Decreto Sardegna, che permette l’imbarco sui traghetti per i porti sardi solamente “ai servizi svolti in continuità territoriale”, mentre “tutti i collegamenti da e per la Sardegna verso i porti nazionali e viceversa saranno riattivati dal 13 giugno”. L’interpretazione corrente di queste parole porta a concedere i viaggi per i passeggeri solo alle navi Tirrenia, lasciando all’ancora quelle di Gnv, Moby e Sardinia Ferries. Questo Decreto appare come una concessione al presidente della Regione Sardegna: non potendo impedire legalmente agli italiani di andare in Sardegna, come voleva il presidente, si limita la capacità delle navi.
Questo provvedimento ha scatenato una dura reazione sia delle singole compagnie escluse, sia delle loro associazioni di categoria. Grandi Navi Veloci e Sardinia Ferries hanno annunciato che i traghetti salperanno comunque, sostenendo che un eventuale monopolio di Tirrenia sarebbe una distorsione della concorrenza. Questa sera partiranno dunque due navi, la Gnv da Genova per Porto Torres e la Sardinia da Livorno per Golfo Aranci. Resta da vedere come saranno accolte nei porti sardi.
Dura presa di posizione anche di Federlogistica (Conftrasporto), il cui presidente Luigi Merlo denuncia i possibili danni a carico dei cittadini e delle compagnie marittime. “Com’è possibile che dopo giorni e giorni di comunicazioni che annunciavano la libera circolazione tra le regioni a partire da oggi, solo ieri sera sia stato reso noto un Decreto che impedirebbe il trasporto marittimo da e verso la Sardegna ad esclusione dei servizi di continuità territoriale? Si possono considerare servizi di continuità tutti oppure solo quelli convenzionati?”, si chiede Merlo.
Il presidente di Federlogistica richiama la distorsione del mercato, ponendo altre domande: “Chi rimborserà i passeggeri, considerato che le compagnie non hanno alcuna responsabilità? Ci si rende conto che provvedimenti improvvisati e immotivati come questo possono provocare nei porti seri problemi di ordine pubblico? Come si devono comportare le autorità di sistema portuale e in terminal traghetti?”. Merlo conclude affermando che “L’unica soluzione possibile ora è consentire a tutte le compagnie di svolgere il servizio”.
Anche l’Alis invoca la distorsione della concorrenza: “Non riusciamo a comprendere come proprio le istituzioni si siano fatte promotrici di una simile situazione in palese violazione della libera concorrenza a danno sia dei passeggeri, in primis dei cittadini sardi, che si trovano così costretti a dover viaggiare solo con un operatore senza poter scegliere una compagnia alternativa sia delle compagnie di navigazione, che nel frattempo hanno rispettato tutti i protocolli sanitari e che rischiano di dover subire problemi di ordine pubblico nei porti, per non parlare delle problematiche che potrebbero crearsi in considerazione di tutte quelle famiglie che ora potrebbero non riuscire a raggiungere facilmente la Sardegna”, dichiara il presidente Marcello Di Caterina.
L’Alis aggiunge un elemento: “Ciò che ci lascia ancora più stupiti – afferma Di Caterina - è che tale decisione, che dovrebbe invece accompagnare un momento di ripresa dei collegamenti marittimi e di libera circolazione nel territorio nazionale, è stata assunta subito dopo un’altra gravissima scelta compiuta dal Governo, ovvero la disposizione contenuta nel Decreto Rilancio con la quale viene rinnovata senza nuova gara e per ulteriori dodici mesi la convenzione statale di circa 72 milioni di euro, sempre nei confronti di Cin-Tirrenia, nonostante la stessa fosse in scadenza il prossimo 18 luglio 2020”.