Il porto di Rotterdam vuole diventare una piattaforma per la sperimentazione di droni aerei e marittimi per il controllo e il trasporto delle merci, come dimostrano due eventi contemporanei avvenuti in cielo e in acqua. Nell’ultima settimana di ottobre 2021, una parte della banchina dello Yangtze Canal è stata trasformata in un droneporto usato dalla società olandese Avy per svolgere alcuni voli sperimentali Amaliahaven, Arianehaven e Alexiahaven. I droni hanno anche filmato le attività portuali, inviando le immagini al centro di coordinamento del World Port Centre con lo scopo di valutare se offrono un valore aggiunto rispetto a quelle delle telecamere fisse.
Ciò è avvenuto nell'ambito del programma Drone Port of Rotterdam, avviato dall’Autorità portuale per rendere il porto più sicuro e fluido. L’uso dei droni per le attività di controllo serve anche per verificare le attività in rada e nei canali navigabili, l’inquinamento delle acque, le attività di carico e trasbordo, le riparazioni ed eventuali anomalie. Avy ha anche sperimentato un nuovo drone per lunghe distanze, che può servire per intervenire in caso di emergenza o per sorveglianza su un raggio più ampio.
Diversi organismi hanno mostrato interesse nei droni. Oltre che L’autorità portuale e la Capitaneria, anche le Autorità per la sicurezza alimentare, compagnie ferroviarie, fornitori di servizi logistici e compagnie di navigazione. Il drone può anche distribuire prodotti farmaceutici a temperatura controllata e in futuro si sperimenterà anche il trasporto di componenti o piccoli carichi dal porto alle navi. Il programma continuerà nel 2022 con voli settimanali per cinque mesi.
Nella acque del porto di Rotterdam si sperimenta anche Blue Essence, il primo battello autonomo certificato offshore che può inviare un robot subacqueo comandato a distanza. Sarà impiegato per realizzare impianti offshore o per ricerche idrografiche e geofisiche nel Mare del Nord. Tutte le operazioni sono controllate a distanza tramite connessione satellitare. L’uso di un battello senza equipaggio riduce i consumi e le emissioni – perché più piccolo di uno tradizionale che svolge le stesse attività – e aumenta la sicurezza.